Truffa dell'auto gratis: l'imbroglio che può costarvi migliaia di euro

Truffa dell’auto gratis: l’imbroglio che può costarvi migliaia di euro

Truffa dell’auto gratis: l’imbroglio che può costarvi migliaia di euro

La promessa era allettante: tu anticipi le rate del finanziamento e noi te le rimborsiamo mese per mese in cambio dell’esposizione di messaggi pubblicitari sulla vettura.

L’iniziativa, che ha preso avvio nel 2016 a cura di una società che si chiamava “Vantage Group”, si è col tempo rivelata per quello che era, ovvero una manovra truffaldina per mettere nel sacco “clienti” che si illudevano che avrebbero potuto guidare una macchina nuova praticamente “a gratis”.

Truffa dell'auto gratis: l'imbroglio che può costarvi migliaia di euro

Truffa dell’auto gratis: l’imbroglio che può costarvi migliaia di euro

La faccenda non è finita bene, tant’è che alla fine della fiera se ne sono occupate sia la Guardia di Finanza (evasione dell’Iva) che la Procura della Repubblica di Roma (truffa).

Vantage Group in sostanza prometteva ai suoi clienti (sarebbe meglio chiamarli “polli”) di rimborsare loro le rate del finanziamento (acceso a nome del cliente, ovvio): questi in cambio avrebbero solo dovuto guidare la vettura nuova che presentava dei chiari e visibili messaggi pubblicitari.

Il guaio, come forse non era difficile sospettare, è che si trattava del classico “schema Ponzi”, che poi è una piramide nella quale gli ultimi sottoscrittori cacciano i denari che servono a rimborsare quelli più vecchi.

Sicché alla fine il costo zero era un miraggio, mentre la truffa era bella reale. Tra gli altri, anche l’Antritrust ha mangiato la foglia e ha multato l’azienda per pratica commerciale scorretta.

Quanto alla Procura capitolina, questa ha ritenuto di aprire un procedimento per truffa contro i legali rappresentanti della società: altri capi di imputazione erano l’evasione fiscale e l’autoriciclaggio. Le vittime del raggiro sono ben 4 mila e seicento.

Vantage avrebbe dovuto corrispondere a ogni cliente una somma che andava da un minimo di 340 a un massimo di 440 euro al mese: erano massimo sessanta rate, che servivano all’acquisto della macchina, a pagare l’assicurazione e a riempire il serbatoio.

“Se è troppo bello per essere vero, beh, non è vero”. Se i 4600 truffati avessero tenuto presente questa aurea massima, si sarebbero risparmiati un sacco di grattacapi.

Come si sono evoluti i fatti

Il “sistema” è venuto giù come un castello di carte dopo solo due anni, agosto 2018. Come s’è detto, sono migliaia le persone che si sono ritrovate a dover pagare le rate della macchina per la quale avevano sottoscritto un finanziamento.

Nessuno rischia il sequestro del mezzo, perché la proprietà dei veicoli è dei clienti, ma è chiaro che le rate vanno onorate, anche perché se no si finisce nel  registro dei cattivi pagatori e questo può rendere difficile se non impossibile accedere al credito in futuro.

L’unica speranza delle persone truffate è spuntare un risarcimento, ma resta da vedere con quali soldi…