Pesticidi sulla frutta: come rilevarli in 5 minuti con questo metodo
Credit photo: Adobe

Pesticidi sulla frutta: come rilevarli in 5 minuti con questo metodo

Pesticidi sulla frutta: come rilevarli in 5 minuti con questo metodo

C’è un modo per vedere se ci sono pesticidi nella frutta che dà risposte in solo cinque minuti. Questo è possibile grazie al lavoro di alcuni ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia). Guidati dallo scienziato Haipeng Li, sono riusciti a escogitare un minuscolo sensore che sa riconoscere le tracce di sostanze potenzialmente nocive molto più in fretta rispetto ai metodi in uso finora.

Pesticidi sulla frutta: come rilevarli in 5 minuti con questo metodo
Credit photo: Adobe

Pesticidi sulla frutta: come rilevarli in 5 minuti con questo metodo

Un nanosensore per rilevare i pesticidi sulla frutta: lo studio

Si tratta del risultato di un lavoro del Dipartimento di microbiologia e biologia del Karolinska Institutet, pubblicato sulla rivista Advanced Science.

I ricercatori guidati da Haipeng Li hanno sviluppato un nanosensore che utilizza nanoparticelle spruzzate a fiamma a base di argento, il che permette loro di rintracciare le sostanze chimiche che ci sono sulla superficie della frutta.

Sebbene lo studio sia ancora agli inizi, gli studiosi scandinavi sono piuttosto ottimisti e sono convinti che usando questi nanosensori nella routine quotidiana di controllo sulla salubrità della frutta potremo tutti scongiurare eventuali problemi di salute.

“I rapporti mostrano che almeno la metà di tutta la frutta venduta nell’UE contiene residui di pesticidi che in quantità maggiori sono stati collegati a vari problemi di salute – spiega Georgios Sotiriou, uno dei ricercatori del Karolinska -. Tuttavia, le attuali tecniche per rilevare i pesticidi sui singoli prodotti prima del consumo sono in pratica limitate dal costo elevato e dalla fabbricazione ingombrante dei suoi sensori. Per ovviare a questo, abbiamo sviluppato nanosensori economici e riproducibili che potrebbero essere utilizzati per monitorare le tracce di pesticidi della frutta”. E questo, sottolinea Sotiriou, potrà avvenire a livello del singolo negozio.

Come funzionano i nuovi nanosensori

La tecnologia è nuovissima, ma come spesso accade è stata sviluppata a partire da una scoperta che risale agli anni Settanta: si tratta della cosiddetta spettroscopia Raman amplificata da superfici (SERS).

La spettroscopia Raman amplificata da superfici è stata già adoperata in diversi ambiti scientifici, in particolare nell’analisi chimica e ambientale ma anche per rilevare i biormarcatori di diverse malattie. L’unico problema della Raman, come al solito, sono i costi molto elevati. Ma adesso la musica potrebbe cambiare.

I ricercatori del Karolinska Institutet, infatti, hanno trovato un modo nuovo di applicare quella tecnica riuscendo a ottenere i medesimi risultati ma a costi decisamente meno proibitivi e con molta più facilità di riproduzione.

Ci sono riusciti con l’aiuto di nanoparticelle di argento, riscaldate e applicate su una superficie di vetro con la ricordata spruzzatura a fiamma. Il rivestimento metallico che ne deriva fa sì che i nanosensori acquistino una sensibilità tale da riuscire a evidenziare ogni tipo di sostanza nociva eventualmente presente sulla frutta o in generale sugli alimenti.

I ricercatori li hanno calibrati in modo da rilevare basse concentrazioni di paration etile, un insetticida agricolo conosciuto anche come Parathion o Folidol, molto tossico e vietato nella maggior parte dei Paesi.

Si è applicata una piccola quantità di paration etile sopra una mela (ovviamente), dopodiché i ricercatori ne hanno prelevato un campione strofinando la superficie con un batuffolo di cotone. Quindi hanno immerso il batuffolo in una soluzione specifica e poi lo hanno messo a contatto con il nanosensore: ebbene, si è visto che quest’ultimo è stato in grado di rilevare il pesticida in pochissimi minuti.