Fame nervosa: da dove parte quel bisogno di cibo che attanaglia all'improvviso

Fame nervosa: da dove parte quel bisogno di cibo che attanaglia all’improvviso

Fame nervosa: da dove parte quel bisogno di cibo che attanaglia all’improvviso

Non sempre si mangia per soddisfare la fame. Non di rado, infatti, affidarsi al cibo è un modo per trovare consolazione rispetto a certe sofferenze psicologiche. Si parla in questi casi di “fame emotiva”, emotional eating o fame nervosa.

Detto in altro modo, l’impulso incontrollato di mangiare può nascere dal bisogno di far tacere emozioni spiacevoli o per far fronte a periodi di forte stress.

Il problema è che spesso la fame emotiva può innescare un circolo vizioso dal quale è molto difficile uscire. È per questo che diventa fondamentale identificare per tempo le cause che alimentano il problema e imparare a gestire gli attacchi.

Fame nervosa: da dove parte quel bisogno di cibo che attanaglia all'improvviso

Fame nervosa: da dove parte quel bisogno di cibo che attanaglia all’improvviso

Fame nervosa: quel bisogno incontrollato di cibo che prende all’improvviso

A differenza della fame fisica, che arriva per gradi, la fame nervosa arriva all’improvviso ed esige una soddisfazione subitanea. È chiaro che per non cadere nel circolo vizioso delle abbuffate compulsive, è importante comprendere quali sono le cause sottese a questo comportamento e come gestirne gli attacchi.

Fame nervosa: quali le cause?

Sempre più spesso accade che sotto stress il cibo ci si presenti come l’unico modo efficace per liberarsi di stress, ansia e angosce varia.

Rabbia, tristezza, noia, ansia, solitudine: insomma, l’ordinaria fatica di vivere, sono tutti sentimenti per placare i quali ci si può buttare sul cibo come meccanismo di compensazione.

Che fare?

Quando ci si accorge del problema, è fondamentale porre il focus sulla gestione della situazione cercando di controllarsi. Potrebbe essere utile limitare la spesa al supermercato a soli prodotti sani come verdura, carne e carboidrati semplici come i legumi. Se tutti i tentativi falliscono, la prima cosa da fare è trovare aiuto rivolgendosi a un buon professionista. Ovvero uno psicologo, e possibilmente uno psicologo comportamentale, che ci aiuti a smettere subito con il nostro comportamento autodistruttivo.

Nel corso della terapia, poi, si avrà modo e tempo di scoprire le cause del nostro affidarci al cibo, ma prima dobbiamo assolutamente trovare la forza di smettere con le abbuffate. 

Ma naturalmente ci si può anche affidare a psicologi più “tradizionali”: come recitava il titolo di un film di Woody Allen, “Basta che funzioni”.