Cosa potrebbe accadere se un asteroide di 9 km si abbattesse sulla Terra?

Cosa potrebbe accadere se un asteroide di 9 km si abbattesse sulla Terra?

Cosa potrebbe accadere se un asteroide di 9 km si abbattesse sulla Terra?

Don’t look up” è una pellicola (disponibile su Netflix) che inizia alla maniera di un classico film catastrofista (tipo “Armageddon”, 1998) e che poi ben presto vira in forma di commedia satirico-grottesca, sostenuto nell’impresa da un cast di primissimo ordine (Leonardo Di Caprio e Meryl Streep, tra gli altri).

Cosa potrebbe accadere se un asteroide di 9 km si abbattesse sulla Terra?

Che vi piaccia o no il film, la premessa è avvincente: che succederebbe se gli astronomi scoprissero che di lì a poco più di sei mesi una enorme cometa si dovesse scontrare con la Terra provocando l’estinzione della vita come la conosciamo? Ci sarebbe nulla che potremmo fare, in quella ipotesi?

Cosa potrebbe accadere se un asteroide di 9 km si abbattesse sulla Terra?

Un impatto catastrofico

Il corpo celeste che minaccia la Terra in “Don’t look up” ha un diametro di circa nove chilometri e viene avvistato dagli astronomi quando è a sei mesi e 14 giorni dall’impatto col nostro pianeta.

Ora, si presume che l’estinzione dei dinosauri, avvenuta all’incirca 65 milioni di anni fa, sia stata causata da un evento simile: la caduta di una meteora (probabilmente sul Golfo del Messico). Quella immane catastrofe, va ricordato, non solo si portò via i dinosauri, ma anche – si stima – tre quarti di tutte le forme di vita allora esistenti.

Ora, non è affatto insolito che corpi più piccoli penetrino nell’atmosfera terrestre, ma di solito (e per fortuna) l’attrito che si genera con l’atmosfera ne rallenta la corsa e li brucia in gran parte, il che li rende di gran lunga meno pericolosi.

Nove chilometri sono tanti

Se però si tratta di un corpo di nove chilometri di diametro, la faccenda cambia radicalmente. In quel caso non è che l’atmosfera terrestre possa rallentarlo più tanto, il che significa che la cometa o quello che è ci colpirebbe alla velocità di circa 30 chilometri al secondo, provocando con molta probabilità una estinzione di massa.

E per fare questo non avrebbe neanche bisogno di impattare davvero con la superficie: basterebbe infatti il calore generato dall’attrito con l’atmosfera a vaporizzare pressoché tutte le forme di vita, noi compresi.

Dopodiché, una volta raggiunto il suolo, l’asteroide si annichilirebbe per via del rilascio della sua energia cinetica al momento dell’impatto: si produrrebbe un cratere del diametro di qualche centinaio di chilometri e una enorme massa di polvere e detriti sarebbe lanciata in atmosfera (e una parte addirittura anche nello spazio) per poi ricadere sotto forma di fuoco e lapilli.

Chi per avventura fosse sopravvissuto a questo inferno, si ritroverebbe a vivere in un pianeta completamente diverso da quello che abitiamo ora. Solo due dati: niente cibo e un’atmosfera irrespirabile per via degli incendi e dei veleni liberati dall’impatto.

Ma è molto improbabile

Ma catastrofi simili per fortuna sono molto rare. Si calcola che succedano ogni 50 o 100 milioni di anni e al momento non sembra esserci niente del genere all’orizzonte.

Secondo la Nasa, che ha censito il 90 per cento dei corpi celesti con diametro di almeno un chilometro che bazzicano il sistema solare, per i prossimi cento anni almeno possiamo dormire sonni tranquilli.

Già, ma che potremmo fare se succedesse per davvero?

Intanto potremmo sfruttare il vantaggio del preavviso, dato che si stima che con gli attuali sistemi di rilevamento (e migliorano di continuo) un corpo celeste di quelle dimensioni lo individueremmo con un anticipo di una cinquantina d’anni.

Sarebbero 50 anni nei quali lavorare per trovare una soluzione. La quale soluzione potrebbe consistere nel lanciare contro il corpo celeste un altro oggetto per riuscire a deviarne la rotta di quel tanto che basta per scansare la Terra.

Proprio quello che si sta facendo con la missione Dart (Double Asteroid Redirection Test), che intende verificare se si può alterare la traiettoria di un asteroide colpendolo con un oggetto lanciato da Terra.

Il “candidato” è una sonda che raggiungerà l’asteroide Dydimos (780 metri di diametro) nel 2022 e si schianterà contro la luna che gli orbita intorno, Dimorphos: si spera che l’impatto possa modificare la traiettoria di queste due grosse rocce spaziali.