Che fine ha fatto il figlio del personaggio di Benigni nel film "La vita è bella"? Ha quasi trent'anni e fa un lavoro molto speciale
Credit: Wikipedia

Che fine ha fatto il figlio del personaggio di Benigni nel film “La vita è bella”? Ha quasi trent’anni e fa un lavoro molto speciale

Che fine ha fatto il figlio del personaggio di Benigni nel film “La vita è bella”? Ha quasi trent’anni e fa un lavoro molto speciale

Impossibile dimenticare il film “La Vita è Bella” che racconta la straziante storia di un padre di famiglia che tenta in tutti i modi di salvare suo figlio. Chi non ricorda Giosuè “figlio” di Benigni, vale a dire Giorgio Cantarini che allora aveva cinque anni. La sua interpretazione? Una commozione continua. Forse tutti noi abbiamo immaginato un incredibile carriera nel cinema dopo i successi di quegli anni, invece al momento svolge un lavoro molto speciale! Andiamolo a scoprire nell’articolo

Che fine ha fatto il figlio del personaggio di Benigni nel film "La vita è bella"? Ha quasi trent'anni e fa un lavoro molto speciale
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Che fine ha fatto il figlio del personaggio di Benigni nel film “La vita è bella”? Ha quasi trent’anni e fa un lavoro molto speciale

Il bambino di allora ha oggi 29 anni e non fa l’attore. Ha deciso di rendersi utile mettendosi al servizio del prossimo. Lui, insieme al fratello, lavora presso il Toc, ovvero Team Operativo per il Coronavirus. Terminata l’emergenza tornerà sui suoi passi e sarà in America. In fondo non ha mai lasciato da parte le sue legittime aspirazioni per diventare protagonista sul set. Questo breve aneddoto ci offre l’occasione per rimarcare che il 27 gennaio abbiamo reso omaggio alla Giornata della Memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto, tragedia delle tragedie.

La giornata internazionale segna un punto fermo: la fine della strage della seconda guerra mondiale grazie all’arrivo dell’Armata Rossa. 27 gennaio 1945: un giorno indimenticabile per tutti coloro che dovettero assistere a violenze fino a rimanerne vittime. Una pagina di storia straziante. Per chi ha vissuto sulla propria pelle le torture fisiche e psicologiche dei nazisti e dei fascisti, una data che segna la fine di un’era che si vorrebbe dimenticare, ma che non si riuscirà mai a cancellare. La perdita dei propri cari, la fatidica domanda del perché si è in vita se ormai la vita stessa sembra ormai un sogno lontano.

Sono molti i capolavori cinematografici ideati e prodotti per rendere omaggio a tutte le vittime. “La vita è bella” rimane un capolavoro semplice, ma solo all’apparenza, e struggente nel più profondo intimo di ognuno di noi che da di essere uomo che non sarà mai in grado di arrivare alla tanta disumanità incubo inquietante per chiunque.