Alcune persone amano molto di più i propri cani che gli esseri umani: un importante ricerca ci spiega il perché

Alcune persone amano molto di più i propri cani che gli esseri umani: un importante ricerca ci spiega il perché

Siamo più sensibili alla sofferenza degli esseri umani o a quella degli animali? A questa domanda ha cercato di rispondere uno studio condotto dai ricercatori della Northeastern University, una università privata di Boston, Massachussets.

La ricerca è partita da una base aneddotica. E cioè che nella percezione popolare la copertura che i media dedicano alle sofferenze inflitte agli animali sembra determinare una maggiore risposta emotiva rispetto a quella dedicata alle sofferenze inflitte agli esseri umani.

Alcune persone amano molto di più i propri cani che gli esseri umani: un importante ricerca ci spiega il perché

Alcune persone amano molto di più i propri cani che gli esseri umani: un importante ricerca ci spiega il perché

Solo per fare un esempio, basti ricordare il caso accaduto nel 2015 di una organizzazione caritatevole britannica che si occupa della raccolta di fondi per i malati di distrofia muscolare di Duchenne.

Questa organizzazione pubblicò due versioni di uno stesso spot pubblicitario. Il titolo in tutti e due i casi era “Doneresti 5 sterline per salvare Harrison da una morte lunga e dolorosa?”.

Solo che in uno si vedeva il vero Harrison Smith, un ragazzino di otto anni malato della Duchenne, mentre nell’altro si vedeva la foto d’archivio di un cane.

Si vide che quando lo spot venne diffuso in rete, con la possibilità di fare le donazioni con un clic, quello con la foto del cane raccolse il doppio dei clic di quello con la foto del vero Harrison Smith.

La ricerca ha provato a verificare se le persone siano maggiormente disturbate dalle notizie di sofferenze inflitte agli animali che da quelle che riguardano esseri umani. Il risultato è che il fattore più importante probabilmente non è la distinzione uomo-animali, ma l’età.

A duecentocinquantasei studenti è stato chiesto di indicare come cambiasse il loro grado di empatia riguardo alla notizia (fittizia) di un essere umano adulto o bambino brutalmente picchiato rispetto a quella dello stesso trattamento inflitto a un cane, non importa se cucciolo o adulto.

Dalle risposte si è visto in buona sostanza che le persone sono indotte a mostrare una maggiore partecipazione emotiva quando ritengono che la vittima sia particolarmente vulnerabile e da questo punto di vista gli animali sono considerati più vulnerabili degli esseri umani.

Dopodiché, tra gli esseri umani sono considerati più vulnerabili i bambini e gli anziani rispetto agli adulti.

Giusto? Sbagliato? Chissà, fatto sta che la percezione è questa (almeno negli Stati Uniti).