Cioccolato natalizio: qual’è il più contaminato? Ecco tutti i marchi testati

Cioccolato natalizio: qual’è il più contaminato? Ecco tutti i marchi testati

Cioccolato natalizio: qual’è il più contaminato? Ecco tutti i marchi testati

Questo periodo dell’anno, come ben sappiamo è dedicato alle mangiate, diciamocelo. E non c’è mangiata che si rispetti se alla fine non ci sono i tipici dolci natalizi, dove tra questi rientra anche il cioccolato, e nello specifico i famosissimi babbo natale di cioccolato. Scopriamo cosa ci dice il test all’interno dell’articolo di oggi.

Cioccolato natalizio: qual’è il più contaminato? Ecco tutti i marchi testati

Cioccolato natalizio: qual’è il più contaminato? Ecco tutti i marchi testati

Il noto portale tedesco Oko Test ha messo sotto la lente di ingrandimento i più famosi brand di cioccolato destinati alle tavole di Natale, e ciò che ne è emerso è sorprendente. Il sito tedesco ha posto sotto rigido controllo alcuni tra i marchi più famosi: parliamo di circa 23 brand, e tra loro ci sono alcuni brand non esenti da peccato.

Dall’indagine di fatti è risultato che molti di questi marchi hanno immesso sul mercato prodotti contaminati da idrocarburi minerali e Moah, quest’ultima è una sostanza molto dibattuta, sulla quale pende l’accusa di essere alquanto cancerogena.

Moah: di cosa si tratta?

L’Uinone Europea ha imposto dei chiari limiti sull’impiego di questa sostanza: i Moah, molto impiegati nella produzione di cioccolato sono limitati al seguente rapporto di 1 mg/kg, e dalle analisi in laboratorio, dei babbo natale di cioccolato ci sono andati davvero molto vicino. Per fortuna nessuno di essi è commercializzato in Italia.

Rilevazione dei Mosh. Chi non ha superato i test

Quando si parla di “Mosh” (Mineral Oil Saturated Hydrocarbons) tra le quali rientrano nafteni e paraffine, il discorso è sempre serio. Sono derivati da petrolio e sostanze minerali ai quali l’UE ancora non ha stabilito una regolamentazione. Di questi, sono risultati “sufficienti” i babbo natale del gruppo Lindt, Aldi e Kinder Ferrero con una quantità media che va in una forbice che spazia dai 2 ai 4 mg/kg, quantità indubbiamente alta e potenzialmente lesiva per la salute umana.