Dipendenti pubblici: penalizzazione sul trattamento di fine servizio. Cosa cambia
Il Trattamento di Fine Servizio si riferisce all’indennità che viene erogata a tutti i dipendenti pubblici quando terminano l’attività lavorativa. Non ci sono solo vantaggi, ma anche una serie di punti da evidenziare per salvaguardare il lavoratore.
Nel tempo si è notato di quanto siano lunghe le tempistiche per l’erogazione, con una Tassa che riduce addirittura l’importo che il lavoratore si spetta. Per questo motivo i vari dipendenti pubblici hanno fatto emergere non poche polemiche in merito.
Questo TFS dovrebbe essere tradotto come premio per tutti gli anni di attività svolta al servizio dello Stato, ma i difetti sembrano molti di più dei pregi. Nel corso del tempo, tutti i Governi che si sono susseguiti erano al corrente di queste mancanze e non hanno mai fatto nulla per risolverle. Tra la crisi attuale, lo spread e l’inflazione sembra proprio che questo “premio” sia messo in secondo piano sotto ogni punto di vista. Proviamo a fare chiarezza?
Dipendenti pubblici: penalizzazione sul trattamento di fine servizio. Cosa cambia
Trattamento di fine servizio, caratteristiche e novità
Se il TFS ha più difetti di pregi, l’inflazione in continuo aumento non sta di certo aiutando rendendolo inaccettabile. Gli esperti mettono in evidenza che negli ultimi dieci anni la BCE sia riuscita a mantenere il tasso zero per non decurtare alcuna somma erogata al dipendente.
Oggi tutto cambia, considerando il tasso di inflazione all’8% e un caro vita in continua crescita. I margini per mantenere inalterato il trattamento non ci sono e il Governo deve attuare misure particolari. Per questo motivo è prevista la penalizzazione di questo trattamento per tutti i dipendenti pubblici che hanno svolto il loro lavoro per 40 anni al servizio dello Stato.
Facciamo un esempio pratico? Un lavoratore sta per andare in pensione e il suo premio è di 100mila euro (maturato durante i suoi anni di lavoro). L’importo sarà erogato dopo 5 anni dalla pensione e sarà di 86mila euro in considerazione dell’inflazione e variabili del tempo.
Una riduzione incredibile che richiede un immediato intervento da parte del Governo, oltre che provvedere al pagamento entro poco tempo dall’entrata in pensione.
La decisione del Governo
Sembra proprio che il Governo al momento abbia deciso di placare gli animi dei prossimi pensionati, rinnovando l’anticipo del Trattamento per due anni. Questo vuol dire che i lavoratori pubblici e privati potranno chiedere agli Istituti di Credito prestiti con tassi dello 0,4% per una somma massima di 45mila euro. Le commissioni aggiuntive non ci sono, in considerazione del fatto che i soldi sarebbero di appartenenza del lavoratore.