Vecchie 20 lire: una moneta del genere vale fino a 130.000 euro
Oggi andremo alla scoperta di alcuni esemplari rari di moneta da 20 lire. Alcuni sono quotati migliaia di euro dal mondo numismatico, ma ce n’è uno in particolare che può arrivare a cifre esorbitanti: parliamo di somme a sei zeri! Scopriamo tutto nelle righe a seguire!
Vecchie 20 lire: una moneta del genere vale fino a 130.000 euro
Questo taglio di moneta vide il suo primo conio nel lontanissimo 1861 sotto il regno di Vittorio Emanuele II; da allora è stato sempre presente, sia nel periodo della monarchia che in quello repubblicano. Di questa moneta ne esistono alcune edizioni rare e ricercatissime che ogni collezionista o numismatico vorrebbe avere nella propria collezione. Andiamo a scoprire di quali esemplari si tratta.
Periodo della Repubblica
Per quanto riguarda il periodo della Repubblica, possiamo annoverare tra le monete da 20 lire più rare possiamo trovare le 20 lire “Quercia” di prova del 1956. Come molti ricorderanno, la prima serie di 20 lire “Quercia” da un lato riporta una testa di donna con delle spighe di grano nei capelli, mentre dall’altro lato è presente un ramo di quercia. La moneta del 1956 è distinguibile dalle altre oltre che dall’anno di conio, anche da una piccola lettera “P” incisa sotto l’annata. Se ne avete una così in condizioni perfette può essere quotata fino a 1.500 euro.
Altra moneta da 20 lire “Quercia” degna di nota è relativa all’anno 1968; parliamo sempre di una versione di prova entrata in circolo. Questa versione differisce, oltre che da piccole modifiche estetiche rispetto alla prima serie, anche di una piccola scritta “prova” per esteso, proprio sotto il valore della moneta “L. 20”. Una moneta così, sempre se in fior di conio può raggiungere i 1.000 euro di quotazione.
Qual’è la 20 lire più rara e ricercata?
La 20 lire storicamente più rara e ricercata in assoluto è la 20 lire in oro del 1928 riportante le effigie di Vittorio Emanuele III. Questa moneta al dritto riporta, come scrivevamo, le effigie di Vittorio Emanuele III con in testa un grosso elmetto, dall’altro lato vi è presente un fascio littorio con stampata la scritta “Meglio vivere vn giorno da leone che cento anni da pecora”.
L’esemplare del 1928 riporta una scritta sul bordo “Oro – Prova”, e il fortunato possessore di una moneta del genere se decidesse di vendere il suo esemplare potrebbe ricavarci un patrimonio, in quanto sono davvero pochissimi gli esemplari in circolo, e ad una famosa asta di qualche anno fa certificata dalla stampa, uno di questi rari esemplari venne venduto per più di 129.000 euro!
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