Vecchie 20 lire, se ne hai ancora una così è pagata fino a 16.000 euro
Grazie ai collezionisti ed agli appassionati di numismatica, anche una monetina da 20 lire alla quale non abbiamo mai dato peso più di tanto – ne quando era in vigore le vecchie lire, ne tanto meno ora – può diventare una vera e propria miniera. Vi consigliamo di cercare tra i vostri ricordi, o in qualche portafogli dimenticato se per caso avete una tra queste particolari monete da venti lire, potrebbe fruttarvi davvero un bel gruzzolo.
Vecchie 20 lire, se ne hai ancora una così è pagata fino a 16.000 euro
Partendo dagli esemplari più recenti, possiamo annoverare tra le 20 lire ricercate e di valore la moneta 20 lire “ramo di quercia prova” coniata nel 1956, e differenziabile da una versione normale per la presenza di una “P” sotto l’anno di conio. Una moneta del genere se in ottime condizioni può valere dagli 800 ai 1500 euro. Ma per trovare esemplari dal valore più elevato dobbiamo fare un viaggio ancor più a ritroso nel tempo, alla scoperta degli antenati della 20 lire “quercia”.
Esemplari di valore antecedenti alla 20 lire “quercia”
Le 20 lire sono state coniate per la prima volta nel 1861 dalla zecca di Torino e da allora, molte di esse sono ritenute rara. Esistono tante versioni delle monete da venti lire, coniate anche con materiali diversi, ma quelle a cui dobbiamo fare più attenzione sono sicuramente le monete risalenti al periodo di Vittorio Emanuele II e di Umberto I .
Le venti lire risalenti al periodo di Vittorio Emanuele II hanno grande valore ad oggi perché sono state coniate nel 1861 un periodo davvero particolare per la nostra storia, e sono state prodotte in quantità molto ridotte.
La moneta è stata riprodotta a partire dal 1861 fino al 1870 e prima fra tutte fu la zecca di Torino a coniarne, alla quale poi si aggiunsero quella di Milano e infine quella di Roma. Ma tornando alla moneta, su una delle due facciate si trova il ritratto di Vittorio Emanuele II mentre dall’altro ritratto lo stemma sabaudo circondato dalla scritta Regno d’Italia.
Parliamo di una moneta dal grande valore storico, i pezzi ricercati sono coniati per una quantità di 3427 esemplari ma stiamo parlando dei primissimi conii della zecca di Torino, che risultano essere molto ambiti proprio perché coniati all’inizio del Regno d’Italia. Dunque vi parliamo di una moneta dal grande valore storico, ma andiamo a vedere cosa la rende particolare realmente.
Come sempre ciò che rende degna di interessi una moneta è la rarità e l’anno di conio ma soprattutto la condizione in cui essa viene ritrovata. Se conservata in buone condizioni, una moneta risalente al 1861 può valere dai 700 ai €1000. La moneta invece risalente all’anno 1883 invece se la condizione di fior di conio può valere anche a €2000.
20 Lire Littore “prova”, una delle più apprezzate
La moneta da venti lire “Littore” prodotta a partire dal 1927 fino al 1934 che su di un lato riporta la figura di Vittorio Emanuele III e sull’altro presenta l’immagine del Littore col fascio che porge il saluto romano all’Italia seduta.
La versione di prova (scritta sul bordo) di questa moneta coniata nel 1927 è una delle più pregiate e ricercate dai numismatici, e stiamo parlando di una versione che ha raggiunto e può tranquillamente raggiungere il valore di €16000. Se siete tra i fortunati a possedere una moneta così, potete tranquillamente provare a venderla sulle piattaforme di e-commerce come Etsy o Ebay, oppure affidarsi ad uno dei molti professionisti reperibili su Google.