Sapevi che il colore della maglietta della squadra di calcio incide sulle vittorie? Lo diceva la scienza!

Sport: il colore della vittoria non è il rosso

Secondo una ricerca di qualche anno fa le squadre sportive che vestono di rosso vincerebbero più delle altre.

Adesso nuovi studi sembrerebbero mettere in dubbio quella granitica certezza (si fa per dire). Del resto è così che funziona la scienza: quando i fatti non si accordano con le ipotesi, sono le ipotesi a essere scartate, non i fatti (come invece amano fare i politici a ogni latitudine del globo).

In realtà, e come quasi sempre a questo mondo, la faccenda del colore delle divise è un po’ più complicata di quanto possa apparire a prima vista.

Sport: il colore della vittoria non è il rosso

Negli anni sono state più d’una le ricerche che parlavano del rosso come del “colore della vittoria”. per esempio due studi pubblicati uno su Nature nel 2005 e uno sul Journal of Sports Sciences nel 2008.

Questi due documenti mettevano in luce come spesso i vincitori alle Olimpiadi di Atene del 2004 fossero stati vestiti di rosso e che le squadre della Premier League inglese che vincevano più spesso in casa e avevano un punteggio medio più alto in campionato fossero quelle di rosso vestite.

Adesso però una nuova analisi pubblicata su Psychology of Sport and Exercise sembra mettere in dubbio queste presunte acquisizioni.

I suoi autori hanno sottoposto a revisione le conclusioni dello studio del 2008 e hanno ritenuto che fossero sbagliate. Dopodiché hanno compiuto una dettagliata analisi dei risultati delle gare della Premier League giocate tra 1992 e 2018, per verificare se davvero ci fosse una prevalenza di vittorie per le squadre con la maglietta rossa.

La risposta, molto in soldoni, è che non ci sono prove di un tale “vantaggio” che deriverebbe dal colore della divisa.

Ma ci sono state ricerche anche su altri colori. Per esempio il blu: uno studio del 2005 aveva concluso che ad Atene 2004 i judoka vestiti di blu vincevano più di quelli vestiti di bianco. L’ipotesi era che il blu li facesse maggiormente confondere con gli spettatori, rendendo i loro movimenti meno immediatamente distinguibili e dando loro un vantaggio.

Ma anche qui una ricerca successiva, del 2008, ha smentito tutto quanto, non rintracciando alcun vantaggio per gli atleti di blu vestiti.

Probabilmente l’unica cosa sicura, in materia, è che “tot capita, tot sententiae”: teste diverse raggiungono sempre conclusioni diverse.

 

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *