Salario minimo e stipendi: quali saranno le ripercussioni sulle buste paga

Salario minimo e stipendi: quali saranno le ripercussioni sulle buste paga?

Salario minimo e stipendi: quali saranno le ripercussioni sulle buste paga?

In questo periodo si sente tanto parlare di salario minimo stabilito da legge, ma sappiamo bene che la premier Giorgia Meloni, seppur aprendo uno spiraglio alle opposizioni, si dice perplessa su come gestire la situazione. Anche se in un primo momento l’introduzione del salario minimo può sembrare la scelta più giusta, effettivamente, ci sono da vagliare attentamente tante realtà molto variegate tra loro. Scopriamone di più nelle prossime righe.

Salario minimo e stipendi: quali saranno le ripercussioni sulle buste paga

Salario minimo e stipendi: quali saranno le ripercussioni sulle buste paga?

Quando parliamo di realtà lavorative, ci stiamo riferendo ai contratti di lavoro più variegati. Dagli statali ai privati, dai lavori più tutelati a quelli meno tutelati, cosa succederebbe in generale per tutte le categorie lavorative? Se parliamo di salario minimo orario stabilito per legge, dobbiamo dire che sicuramente tutte le categorie di lavoratori – e soprattutto i loro datori di lavoro – dovranno adeguarsi alla tanto decantata soglia dei 9 euro stabilita. In questo caso però, chi al momento percepisce di più come paga oraria si vedrebbe esposto ad una riduzione, mentre chi percepisce di meno naturalmente vedrà un aumento gradito in busta paga. Il discorso è molto ampio: poiché se fosse approvato, dovrebbero essere rivisti tutti i CCNL delle varie categorie lavorative.

La proposta di legge delle opposizioni seppur depositata in Parlamento è ancora in forse, anche se ha riscontrato il parere positivo di Confindustria e dei sindacati; ma la premier ha esposto a più riprese il suo scetticismo poiché effettivamente si dovrebbero poi rivedere gli stipendi di tutti i lavoratori italiani. La proposta così come è stata portata in Parlamento prevede tra l’altro un periodo di accompagnamento, per tutte quelle categorie che al momento percepiscono meno di €9 l’ora fintanto che non si stabilisca il nuovo CCNL con l’aumento stabilito per legge.

Difficoltà nell’attuazione e possibili soluzioni

Il governo dunque si chiede dove prendere tutte le risorse economiche per finanziare questa operazione, ma le novità non finiscono qui poiché per l’autunno è atteso nuovo Decreto Legge che mira a stabilire nuove regole per altri aspetti che ruotano intorno al mondo del lavoro, come ad esempio la detassazione, del lavoro straordinario e della tredicesima per i lavoratori dipendenti.

L’idea è quella di rifarsi al reddito percepito in modo da calcolare l’aumento delle ore extra dopo il proprio orario lavorativo. Questo nuovo meccanismo dovrebbe andare a sostituire quello delle aliquote IRPEF con addizionali più basse per quanto riguarda gli straordinari, ma anche i premi produzione e il bonus.

In più un’ulteriore novità è quella che riguarda il TFR degli statali. Dopo la pronuncia della Corte di Cassazione infatti sembra proprio che bisognerà rivedere le regole di pagamento del trattamento di fine rapporto per chi conclude il suo lavoro con lo Stato. È stato stabilito infatti che pagare questa somma di denaro in modo scaglionato e in alcuni anni, è un metodo incostituzionale che reca danno all’ex lavoratore. È di fatto stato stabilito che il TFR dovrà essere liquidato al massimo in qualche mese: il Governo dunque dovrà correre ai ripari anche per organizzarsi su questo aspetto, visto il parere contrario all’attuale modus operandi con il quale al momento veniva gestita questa operazione.