Riforma pensioni Quota 41: di che si tratta e quali i benefici per gli interessati

Riforma pensioni Quota 41: di che si tratta e quali i benefici per gli interessati

Riforma pensioni Quota 41: di che si tratta e quali i benefici per gli interessati

Chi potrà andare in pensione, ad esempio prima dei 62 anni nel 2023? Più esattamente, chi potrà andarci se con la riforma strutturale delle pensioni passerà la tanto attesa Quota 41 “pura”, cioè valevole per tutti. Questo rispetto al regime che vige attualmente, in cui quota 41 è riservata solo ai lavoratori precoci che rientrano tra le categorie dell’Ape sociale.

Riforma pensionistica Quota 41: di che si tratta e quali i benefici per gli interessati

Riforma pensioni Quota 41: di che si tratta e quali i benefici per gli interessati

Va peraltro rammentato che al momento il dialogo tra il governo e i sindacati i materia è sospeso.

Chi potrà andare in pensione prima dei 62 anni nel 2023 se passa Quota 41 per tutti: i dettagli

Nel dettaglio, per chi potrà andare in pensione prima dei 62 anni nel 2023 la quota 41 rappresenterà uno “scivolo” perfetto. Perché non ci dovrebbe essere alcun requisito di età da rispettare. L’unica condizione, in altri termini, sarà aver versato quarantuno anni di contributi previdenziali.

La Quota 41 per tutti è una proposta di Cgil, Cisl e Uil. La logica della proposta è superare definitivamente sia lo scalone della riforma Fornero sia le strettoie di alcune misure di pensionamento anticipato. Come la Quota 100 in prima battuta e poi la Quota 102 partorita proprio quest’anno.

Cosa aspettarsi da una riforma strutturale della previdenza

Per sapere finalmente chi potrà andare in pensione prima dei 62 anni nel 2023, è indispensabile che il dialogo tra le parti sociali e il governo riprenda il prima possibile. Questo anche per il fatto che ci sono parecchie altre misure importanti che aspettano di essere esaminate e discusse.

Per esempio la pensione di garanzia giovani. E c’è anche il discorso del rilancio della previdenza complementare, ovvero una forma alternativa e volontaria di previdenza che si affiancherebbe a quella pubblica e obbligatoria.

Questo per il fatto che in futuro, anche a causa di carriere lavorative sempre più discontinue, le pensioni erogate dall’INPS tenderanno in media a essere sempre più basse.