Quota 41: conseguire la pensione nel 2023 prima di 62 anni sarà possibile?

Quota 41: conseguire la pensione nel 2023 prima di 62 anni sarà possibile?

Quota 41: conseguire la pensione nel 2023 prima di 62 anni sarà possibile?

Forse nel 2023 – grazie ad una nuova riforma – si potrà andare in pensione prima di aver compiuto i 62 anni, scopriamone i dettagli.

Quota 41: conseguire la pensione nel 2023 prima di 62 anni sarà possibile?

Quota 41: conseguire la pensione nel 2023 prima di 62 anni sarà possibile?

Probabilmente con la nuova riforma strutturale  potrà passare la Quota 41 e cioè quella per tutti, la differenza con quella che è già presente è che la Quota 41 è solo per i lavoratori anticipati che fanno parte delle categorie dell’Ape Sociale.

In questa nuova riforma ci sperano tutti perché non c’è bisogno di rispettare nessuna caratteristica, ma solo di aver versato i 41 anni di contributi previdenziali durante tutti i vostri anni lavorativi.

Essa è stata proposta dai Sindacati Cisl,Uil e Cgil, e potrebbe anche andare a sorpassare la riforma Fornero, e anche le altre misure di pensionamento troppo dure come la Quota 100 e la Quota 102 che è stata messa in atto proprio nell’anno 2022.

Dobbiamo solo sperare che entri presto in vigore, così da poter far andare in pensione anche le persone che ancora devono compiere i 62 anni, anche se al momento non risulta essere una prerogativa urgente del Governo Draghi, che ha altro a cui pensare a causa della delicata situazione internazionale.

Infatti la riforma delle pensione del 2023 attualmente risulta sospesa, per le motivazioni che abbiamo appena elencato, ma anche perché l’Italia sta correndo un grave rischio nel campo energetico, poiché il Governo Italiano – in linea con l’Europa – non vuole più appoggiarsi al gas della Russia, ma chiaramente cambiare così, su due piedi non è facile; c’è comunque bisogno di tempo.

La riforma sulle pensioni del 2023 viene ancora trascurata anche per via dell’inflazione, perché con il carovita che c’è adesso si corre il rischio di intaccare il potere di acquisto delle pensioni e degli stipendi dei lavoratori e dei pensionati italiani.

Le conseguenze dello scenario attuale, andando avanti potrebbero portare anche alla mancanza delle materie prime alimentari che vengono importate dall’Europa dell’est e dalle regioni impegnate nel conflitto.

Quindi è probabile che la nuova riforma delle pensioni sarà rinviata a data da destinarsi, per via di tutti questi altri grandi problemi. C’è solo da confidare in un miglioramento della situazione internazionale affinché il governo abbia nuovamente la possibilità di concentrarsi su problematiche interne come quello dell’età pensionabile.