Primi fotogrammi di un cervello sotto LSD. Quel che potrebbe essere coscienza allo stato puro
L’LSD può alterare la coscienza liberando il cervello dalle sue barriere naturali, consentendo ai neuroni che normalmente non interagirebbero, di avere conversazioni insolite, questo è quello che mostrano le scansioni cerebrali che sono riusciti a fare gli studiosi.
Primi fotogrammi di un cervello sotto LSD. Quel che potrebbe essere coscienza allo stato puro
Come funziona il cervello
Il cervello è composto da 86 miliardi di neuroni che comunicano tra loro attraverso una rete di connessioni. Con uno spazio limitato nel cranio, non tutti i neuroni hanno una connessione diretta con ogni altro neurone e il cervello di ogni persona è cablato in modo leggermente diverso. I neuroscienziati hanno creato mappe che abbozzano approssimativamente quali regioni del cervello tendono ad essere più o meno collegate tra loro per poter eseguire questo studio.
Lo studio della relazione tra LSD e cervello
La ricerca, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences e condotta presso l’Imperial College London mostra gli effetti dell’acido lisergico, ovvero LSD, sul cervello e sullo stato di coscienza.
“Se si pensa alla struttura del cervello come strade, la funzione cerebrale è il traffico”, ha detto Andrea Luppi, un dottorando e appartenente a uno dei gruppi di ricerca presso l’Università di Cambridge nel Regno Unito. “In altre parole, questa infrastruttura sottostante crea limiti su cui le regioni del cervello possono scambiare informazioni. L’LSD non ha cambiato il layout delle strade, ma ha cambiato il traffico”.
Lo studio ha sottoposto 20 volontari che avevano già avuto esperienze con le droghe ad assumere infusioni distribuite nell’arco di 2 giorni, una contenente 75 microgrammi di LSD, una a base di placebo. Questi soggetti sono poi stati sottoposti ad una serie di prove e test per verificare gli effetti sul cervello delle sostanze assunte.
Le immagini in risonanza magnetica hanno mostrato che l’LSD influisce sull’attività celebrale e, nel dettaglio la rende meno coordinata nelle regioni che contribuiscono alla cosiddetta “modalità di default” (l’attività di fondo che entra in azione quando il cervello è “a riposo”, cioè quando oziamo).
Lo scopo dello studio
Questa non è la prima volta che i ricercatori scoprono che le sostanze psichedeliche cambiano la connettività cerebrale. I funghi magici, ad esempio, che contengono psilocibina, possono creare un cervello iperconnesso. Lo scopo di questi studi è comprendere meglio le funzionalità neuronali ma anche capire se sia possibile controllare determinati comportamenti in maniera volontaria sotto l’effetto di particolari sostanze.