Piano di sicurezza italiano per emergenze nucleari rivisto. Simulatore interattivo online per gli attacchi
Con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina una delle maggiori preoccupazioni di tutti è l’uso del nucleare. A tal proposito è bene sapere che il Governo Italiano ha aggiornato il Piano Nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Un protocollo d’azione da attuare in caso di attacco nucleare ma anche in caso di perdita o problemi provenienti dall’uso di materiale pericoloso.
Cerchiamo di capirne di più.
Piano di sicurezza italiano per emergenze nucleari rivisto. Simulatore interattivo online per gli attacchi
L’invito alla calma
In un momento in cui sul web spopola il simulatore di attacchi online Nukemap, l’istituto superiore di sanità ci tende a specificare che “Solo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarà la Protezione Civile a dare precise indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica su base farmacologica per l’intera popolazione.”
A questo proposito si invita la popolazione alla calma e all’inutilità di acquistare farmaci come quello divenuto popolare ovvero le pillole di “iodio stabile”.
Come si svolge il piano: le zone interessate
In caso di pericolo è stato redatto un piano di intervento che ti snocciola su tre step in base al livello di pericolo e alla zona interessata e la distanza dai confini territoriali. Sono state previste tre zone suddivise in:
- entro 200 km dal territorio italiano: questa è la situazione più pericoloso e al contempo più improbabile per l’Italia;
- tra i 200 km e i 1000 km dal suolo nazionale: la situazione in questo caso è possibile perchè vicino a noi ci sono le centrali di Slovenia, Svizzera e Francia. In caso di allarme i cittadini devono stare in casa con porte e finestre chiuse e sistemi di ventilazione e condizionamenti spenti per un periodo che va da poche ore a due giorni;
- territorio extraeuropeo;
Iodioprofilassi
Il piano di intervento prevede anche la iodioprofilassi ovvero “una efficace misura di intervento per la protezione della tiroide, inibendo o riducendo l’assorbimento di iodio radioattivo, nei gruppi sensibili della popolazione. Il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l’inizio previsto dell’esposizione. Risulta ancora ragionevole somministrare lo iodio stabile fino a otto ore dopo l’inizio stimato dell’esposizione. Da evidenziare che somministrare lo iodio stabile dopo le 24 ore successive all’esposizione può causare più danni che benefici (prolungando l’emivita biologica dello iodio radioattivo che si è già accumulato nella tiroide). La misura della iodoprofilassi è quindi prevista per le classi di età 0-17 anni, 18-40 anni e per le donne in stato di gravidanza e allattamento. Il ministro della Salute può decidere l’attivazione delle procedure per la distribuzione di iodio stabile nelle aree interessate”.
Secondo e Terzo step
Dopo aver circoscritto le zone di pericolosità e attuato la iodioprofilassi il secondo e terzo step di intervento riguardano il blocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente (verdure fresche, frutta, carne, latte) e a misure a tutela del patrimonio agricolo e zootecnico.