Pensione anticipata, in quali casi è richiedibile?
Pensione anticipata: scopriamo quali sono i requisiti necessari per accedere alla prestazione previdenziale. facciamo chiarezza.
Pensione anticipata, in quali casi è richiedibile?
Da sempre il dossier sulle pensioni è sempre al centro dell’attenzione dei governi. Tutti quanti i lavoratori si chiedono quali siano i requisiti necessari per accedere alle misure previdenziali previste dalla riforma pensionistica. Pianificare il momento dell’uscita dal mercato occupazionale consente ai lavoratori di conoscere quale sarà l’importo e le condizioni dell’assegno previdenziale. In particolare, per accedere ad una determinata misura pensionistica è bene tenere conto del requisito anagrafico e del montante contributivo. Molti lavoratori vorrebbero lasciare il mercato del lavoro in anticipo, per questo puntano ad accedere alla pensione anticipata. Ecco quali sono i requisiti necessari per accedere a questa prestazione economica. Facciamo chiarezza.
Pensione anticipata: di cosa si tratta?
La pensione anticipata è una prestazione economica che viene erogata dall’INPS a favore di tutti quei lavoratori che soddisfano determinati requisiti anagrafici e contributivi. Possono accedere a questa misura previdenziale sia i lavoratori dipendenti sia i lavoratori autonomi. Per accedere alla pensione anticipata è bene rispettare il requisito dei contributi versati dal lavoratore nel corso della sua attività occupazionale.
Pensione anticipata: i requisiti necessari
Per accedere alla pensione anticipata è necessario rispettare determinati requisiti. I lavoratori uomini per accedere a questa misura devono aver versato 42 anni e dieci mesi di contributi. Le donne possono accedere con 41 anni e 10 mesi.
Pensione anticipata: le misure da valutare
Per accedere alla pensione anticipata ci sono diverse strade da valutare. Oltre alla pensione anticipata ordinaria, è possibile valutare Quota 103, che sostituisce Quota 102. Questa misura transitoria è valida per tutti coloro che hanno compiuto 62 anni d’età e 41 anni di anzianità contributiva. È stata prorogata dalla Legge di Bilancio la misura Opzione Donna, misura sperimentale che consente alle lavoratrici di andare in pensione con 60 anni d’età e 35 anni di contributi previdenziali.
Un’altra strada da valutare è quella per i lavoratori precoci, a prescindere dall’età. In questo caso è possibile andare in pensione con 41 anni di contributi versati e almeno uno versato prima di compiere 19 anni di età. C’è poi l’Ape Social, che è riservata ai lavoratori di categorie cosiddette deboli: disoccupati, disabili, caregiver, addetti a mansioni gravose. È necessario aver compiuto 63 anni di età e aver versato tra i 30 e i 36 anni di contributi.