Password: quali sono le più sicure?

Password: quali sono le più sicure?

Cominciamo con un classico: 123456. Per quanto sembri incredibile, c’è davvero gente che usa password come questa, che un qualunque programmino di decrittazione può “craccare” in un amen.

Eppure, almeno in Italia, pare che non siano poche le persone con poca fantasia, quando si tratta di escogitare una password a prova di intruso. Tant’è che sono per l’appunto 123456 qwerty e 00000 le password più in voga dalle nostre parti (ma anche altrove).

Password: quali sono le più sicure?

Decifrarle è davvero uno scherzo e addio privacy, anzi, qualche volta addio soldi, se usiamo queste password ridicole per il banking on line.  Se il problema è proteggere il nostro account social o il nostro conto bancario, la banalità andrebbe evitata come la peste.

Ma come? Quali sono le regole che possono metterci (un po’ più) al sicuro nella nostra vita online? A questo proposito il sito Security.org ci dà alcune diritte per rendere i nostri codici di accesso a prova di delinquente (o semplicemente ficcanaso).

Più è lunga, meglio è

C’è chi pensa che asterischi e cancelletti possano bastare, da soli, a rendere inattaccabili le nostre password. Beh, non è così. Un criterio fondamentale da tenere presente quando ci si accinge a “inventare” una password è infatti la lunghezza. Stando a quanto ci spiega Security.org, una qualunque password dovrebbe essere fatta di minimo 16 caratteri. Eppure sembra che quasi la metà degli americani adoperi tutti i giorni delle combinazioni anche di solo otto caratteri, assolutamente insufficienti.

Perché è chiaro che più è lunga la password , più tempo ci vuole a decifrarla.

Un’altra regola da osservare è quella di non usare solo lettere minuscole. Anzi, bisognerebbe anche inserire numeri, caratteri speciali (per esempio le lettere con sopra la dieresi oppure il simbolo del dollaro o che so io…) e lettere maiuscole.

È anche importante evitare di mettere nella password informazioni di carattere personale, come, classicamente, la data del proprio compleanno, il nome del cane di casa o il numero di telefono. Non facciamoci del male da soli!

Non è un problema banale, se si pensa che nel 2019 proprio il furto di password troppo facili da decifrare si stima abbia provocato l’ottanta per cento delle violazioni di dati personali a livello planetario.

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