Maternità per lavoratrici autonome: al via le domande per il 2023

Maternità per lavoratrici autonome: al via le domande per il 2023

Maternità per lavoratrici autonome: al via le domande per il 2023

Possiamo affermare che per tutte quelle donne che sono in maternità e che rientrano tra le categorie delle lavoratrici dipendenti, spesso non si ha la possibilità di fruire di situazioni economiche favorevoli in termini di sussidi, ed inoltre, quando si comunica lo stato interessante molti datori di lavoro sono pronti a storcere il naso. Altre purtroppo si ritrovano già in una situazione di disoccupazione, e questo non fa altro che provocare ulteriore ansia alla neomamma. Ma per le lavoratrici autonome che situazione si profila? Scopriamo tutto all’interno dell’articolo.

Maternità per lavoratrici autonome: al via le domande per il 2023

Maternità per lavoratrici autonome: al via le domande per il 2023

Anche le lavoratrici autonome in stato di maternità spesso si trovano a far fronte ad un periodo tanto bello quanto comunque impegnativo dal punto di vista economico; dunque scopriamo quali sono le agevolazioni che possiamo richiedere durante questi momenti della vita. Quello che si può fare è la domanda di maternità direttamente all’INPS.

Nel caso delle lavoratrici autonome che andremo a prendere in esame, possiamo dire che L’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale proprio in questi giorni ha rilasciato l’avviso numero 572 del 2023 nel quale comunica le nuove linee guida per richiedere la maternità anticipata nel caso in cui ci si trovi in una gravidanza a rischio.

Nell’avviso l’INPS si sottolinea che questo sussidio può essere richiesto anche per periodi ormai trascorsi, ma che vanno a decorrere sempre dal 13 Agosto 2022. L’indennitá di maternità spetta alle seguenti categorie di lavoratrici:

-pescatori autonomi della piccola pesca marittima e delle acque interne iscritti alla gestione INPS di riferimento

-categorie dei commercianti

-imprenditori agricoli professionali IAP

-artigiane

Sempre in riferimento alla maternità a rischio, ecco cosa riporta il messaggio INPS per quanto riguarda la documentazione da produrre:

“l’accertamento medico della ASL che individua il periodo indennizzabile per i casi di gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza, di cui all’articolo 17, comma 3, del D.lgs n. 151/2001”.

Quindi nella presentazione della domanda non va allegato il certificato di gravidanza all’INPS perché verrà trasmesso dal medico certificatore dell’INPS. Nel caso in cui la certificazione fosse mancante, basterà indicare la data presunta del parto. La domanda potrà essere compilata e inviata direttamente sul portale INPS nella sezione opportunamente dedicata, oppure potrà essere presentata da apposito CAF o patronato. Per quanto riguarda l’importo riconosciuto, si tratta del 80% della paga giornaliera di un lavoratore autonomo. L’indennità per maternità a rischio è corrisposta direttamente dall’INPS e tiene conto della propria regolarità retributiva.

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