Mancato rimborso delle rate 730, cosa succede?

Mancato rimborso delle rate 730, cosa succede?

Mancato rimborso delle rate 730, cosa succede?

Da poco si è concluso il momento clou per quel che riguarda la dichiarazione del 730. Molti hanno utilizzato il formato già precompilato, altri preferiscono farsi aiutare dai CAF e dai patronati per l’invio di quest’ultimo. Le modalità sono tante, l’importante è trasmettere la dichiarazione dei propri redditi entro il 2 ottobre 2023, quindi c’è ancora tempo per i ritardatari. Ma cosa succede nei casi di mancato pagamento? Scopriamo tutto nelle prossime righe.

Mancato rimborso delle rate 730, cosa succede?

Mancato rimborso delle rate 730, cosa succede?

Per quanto riguarda i lavoratori autonomi con partita IVA, dovranno compilare il modello redditi PF. Dopo la presentazione del 730, per tutte le categorie di lavoratori si aprono tre scenari: ci si può trovare in una situazione di vantaggio dove addirittura si dovrà percepire un rimborso IRPEF a volte anche abbastanza corposo o ci si trova al pari con il fisco e non si deve né restituire né avere nulla; l’ultimo scenario, quello più lontano dai desideri dei più e quando ci si ritrova nella situazione di debito con il fisco. In questo caso bisognerà restituire la somma calcolata dal 730 tramite F24.

Le eventuali somme spettanti dovranno essere corrisposte entro il termine massimo del 30 novembre 2023 per non trovarsi in difficoltà successivamente. L’importo può essere restituito in un’unica soluzione o si potrà rateizzare il tutto fino a 6 rate, sulle quali però viene applicato un tasso di interesse pari allo 0,33% a partire dalla seconda rata. Cosa accade però se si decide di non pagare o se ci si dimentica? In questo caso purtroppo sarà l’Agenzia delle Entrate a recuperare la somma; questo accade con diverse tempistiche e in varie modalità.

Rate non pagate all’AdE, ecco l’iter

Prima di tutto bisogna dire che per ogni omesso ritardo viene calcolato un 30% di sanzione ordinaria sull’importo dovuto, alla quale dovranno essere aggiunti gli interessi legali. Il contribuente moroso potrà chiedere all’Agenzia delle Entrate il ravvedimento operoso, in questo modo potrà ottenere una riduzione della sanzione. Si dovrà sempre pagare tramite F24 aggiungendo i codici 8901 per quanto riguarda la sanzione IRPEF, e il codice 8902 per quanto riguarda le sanzioni addizionali all’IRPEF.

Nel caso in cui il contribuente non dovesse avvalersi del ravvedimento operoso, si aprirebbe a carico di quest’ultimo una cartella esattoriale facendo così partire una procedura forzosa per il recupero del dovuto. Il primo modo per recuperare le somme da parte dell’AdE è sicuramente quello di pignorare i conti correnti, per poi arrivare al fermo amministrativo dell’automobile, al pignoramento di un quinto dello stipendio o della pensione e solo per ultimo, accendere un’ipoteca sulla casa del cittadino moroso.

Consigliamo dunque di prestare sempre attenzione a questi importi da restituire, perché possono creare non pochi problemi; il metodo più comune e il più comodo è sicuramente quello di rateizzare la somma e pian piano restituirla.