Malaria: usare l’ingegneria genetica per estinguerla? Si può fare

Come si possono costringere le Anopheles a estinguersi

Malaria: usare l’ingegneria genetica per estinguerla? Si può fare

Di malaria ogni anno si ammalano circa 220 milioni di persone e la malattia ne uccide almeno 450 mila, soprattutto nel continente africano.

Stando ai dati della OMS, nel 2000 i morti erano stati un milione, mentre nel 2017 erano diminuiti almeno della metà.

Questo successo si deve a varie cause: nuovi insetticidi, nuove medicine, nuovi vaccini. O anche, molto più banalmente, per via delle zanzariere messe intorno ai letti delle persone.

Ci sono più 3 mila specie di zanzare al mondo e di queste 460 sono Anopheles. Di queste ultime solo poche decine fungono da vettore per il plasmodio della malaria e meno di 10 ospitano il Plasmodium falciparum, che trasmette la forma più pericolosa della malattia.

Malaria: usare l’ingegneria genetica per estinguerla? Si può fare

Resistenza agli insetticidi

Negli ultimi tempi la guerra contro la malaria sta però segnando il passo, probabilmente perché le zanzare hanno sviluppato una certa resistenza agli insetticidi.

Che fare, dunque? Una carta da giocare può essere quella dell’ingegneria genetica, attraverso una tecnica che si chiama “gene drive” (qualcosa come “controllo genetico”).

Si tratta di una biotecnologia alla quale si sta lavorando, tra gli altri centri di studio, anche all’Imperial College di Londra, sotto la direzione di Andrea Crisanti. L’idea, molto in sintesi, è controllare le popolazioni degli insetti vettori cambiando il loro genoma.

Il gene egoista

Di solito un gene vede aumentare la sua frequenza in una certa popolazione se si rivela vantaggioso per la sopravvivenza di quella specie. Però può anche verificarsi il caso che alcuni geni si diffondano nelle popolazioni senza che comportino alcun vantaggio, ma solo perché molto più “bravi” ad auto-replicarsi.

In pratica quel che si sta tentando di fare all’Imperial College e anche in altri centri di ricerca è sfruttare questo stesso meccanismo di auto-replicazione per diffondere certi tratti o estinguerne altri.

Per bloccare la diffusione o la riproduzione delle zanzare bisogna individuare un gene chiave e equipaggiarlo con il drive, che poi è una specie di meccanismo molecolare che ne assicura la trasmissione per via sessuale alla discendenza.

Crisanti e i suoi colleghi sono riusciti a ingegnerizzare uno di questi geni-guida: questo gene colpisce soltanto le zanzare femmine, ovvero le sole che trasmettono la malaria. In pratica hanno ottenuto una zanzara femmina che è sterile e che non può pungere.

Non solo: Crisanti e i suoi sono anche riusciti a dimostrare che introducendo queste zanzare geneticamente modificate in una popolazione da laboratorio nel giro di poche generazioni questa si estingue, perché non riesce più a riprodursi.

Non a caso Crisanti e i suoi chiamano questa tipologia di intervento “soppressione della popolazione”, definizione che non ha molto bisogno di essere spiegata.

 

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