Hai ancora vecchi gettoni telefonici? Controlla, uno cosi vale fino a 1.000€

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C’è stato un tempo – i più vecchi se lo ricordano ancora – in cui se ti trovavi fuori e avevi bisogno di telefonare a casa dovevi per forza o entrare in un bar oppure cercare una cabina telefonica.

Dopodiché, nella cabina, bisognava infilare i gettoni nella fessura e poi si poteva chiamare la mamma per dirle che facevamo tardi.

Già, i gettoni telefonici. Per i più giovani oggetti misteriosi. Per i più attempati un nostalgico tuffo nel passato.

Hai ancora vecchi gettoni telefonici? Controlla, uno cosi vale fino a 1.000€

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I primi gettoni per il telefono italiani risalgono al lontano 1927, anno quinto della cosiddetta Era fascista.

Fabbricati dalla Stipel, una delle aziende telefoniche dell’Italia della prima metà del Ventesimo secolo, furono distribuiti ai visitatori della Fiera Campionaria che si tenne a Milano quell’anno. Una delle attrazioni erano per l’appunto i primi apparecchi telefonici a gettone.

Questi strumenti hanno assunto svariate forme (e avuto valori differenti) fino al secondo dopoguerra, quando fu distribuita la prima versione con le due scanalature classiche. A quella fece seguito il primo gettone standardizzato, usato cioè da tutte le aziende telefoniche allora esistenti, le quali aziende poi nel 1964 confluirono nella SIP. I modelli “coniati” tra il 1959 e il 1980 (ma si poterono adoperare addirittura fino al 2001) presentano tutti 4 cifre su uno dei lati: esse indicano anno e mese di fabbricazione.

Gettoni telefonici: Lo Stipel è tra i più rari

Credit Adobe

Un gettone Stipel del 1927 è molto ricercato nel mondo del collezionismo. È riconoscibile – oltre che per l’incisione S.T.I.P.E.L. e dalla data “1927” – anche dalla raffigurazione di un vecchio modello di cornetta telefonica. Un esemplare simile, tenuto in perfette condizioni è arrivato in alcune aste anche a 1.000 euro.

Altri gettoni di valore

I gettoni realizzati fino al secondo conflitto mondiale sono pertanto molto più diversificati come forma e come valore e quindi sono anche quelli che possono spuntare le quotazioni migliori sul mercato degli appassionati.

Un esempio è il gettone realizzato dalla Società Esercizi Telefonici (SET) nel 1934, che ebbe diffusione soprattutto al Sud. Contornato da 12 triangoli simmetrici, questo gettone ebbe due versioni, una con il punto alla fine della “T” e una che invece non ce l’aveva.

Un gettone di questo secondo tipo oggi può valere tra i trenta e i settanta euro (dipende dallo stato di conservazione). Se invece siamo in presenza di un esemplare col punto, la quotazione può salire fin quasi ai 200 euro. Non male, no? Se ne siete in possesso, è possibile provare a vendere in modalità “fai da te” sui siti di e-commerce come Ebay ad esempio, oppure affidarsi a professionisti ed esperti di numismatica presenti online.