È incredibile quel che succede al colesterolo quando si mangia l’albume. Cosa è bene mangiare per abbassare il colesterolo e la glicemia?
Gli albumi e il colesterolo
A differenza del rosso d’uovo, l’albume non contiene né grassi né colesterolo. La chiara d’uovo è consigliabile dunque nella dieta di chi patisce di ipercolesterolemia o di calcolosi biliare.
Da crudo l’albume è poco digeribile, ma con la cottura si facilita il compito dei succhi digestivi.
L’albume contiene conalbumina, una proteina che ha un’efficacia coagulante e che è capace di fissare il ferro.
È da avvisare che l’albume può provocare reazioni allergiche nei più piccoli. Le chiare d’uovo andrebbero quindi introdotte solo lentamente e con cautela nella loro alimentazione.
Cosa contiene l’albume?
É fatto soprattutto di acqua e proteine. Contiene tra l’altro magnesio, sodio e potassio, nonché vitamine del gruppo B e glucosio. È un alimento molto importante nella dieta di alcuni atleti.
Ma oltre all’albume?
Le nocciole, per esempio. Sono ricche di acido oleico, ma anche linoleico, che è un grasso polinsaturo essenziale. Questi due acidi grassi possono dare una mano a far calare il colesterolo “cattivo” (LDL) e possono favorire un aumento di quello “buono”.
Ma non solo. Grazie al senso di sazietà che conferiscono, le nocciole possono anche aiutare a dimagrire o comunque a tenere controllato il peso. Inoltre in generale possono aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, grazie per l’appunto ai grassi di cui sopra. Possono anche aiutare a far calare la pressione arteriosa, grazie al potassio che contengono.
E per la glicemia?
I fagioli, per esempio. Possono facilitare un calo della pressione sanguigna e aiutano a tenere controllata la glicemia. I fagioli, ma non solo. Anche i legumi come ceci, fave, lenticchie e lupini sono consigliabili a chi soffre di glicemia alta.
Non vengono assorbiti subito dall’intestino, diminuiscono l’assorbimento degli zuccheri e quindi contribuiscono a tenere sotto scacco la glicemia.
Può essere utile mangiare fagioli anche sotto forma di farina almeno tre volte la settimana.