Cos'è lo SWIFT e cosa succede se la Russia ne viene esclusa

Cos’è lo SWIFT e cosa succede se la Russia ne viene esclusa

Cos’è lo SWIFT e cosa succede se la Russia ne viene esclusa

In queste ore se ne fa un gran parlare nelle televisioni. Tra le sanzioni che l’Unione Europea ha deciso di infliggere alla Russia per l’aggressione all’Ucraina, c’è anche l’esclusione di sette banche russe dal sistema finanziario SWIFT (a partire dal 12 marzo). Ma che cos’è lo SWIFT? A che cosa serve? È una buona idea una sanzione del genere?

Cos'è lo SWIFT e cosa succede se la Russia ne viene esclusa

Cos’è lo SWIFT e cosa succede se la Russia ne viene esclusa

SWIFT (che tra l’altro in inglese vuol dire anche “svelto”, “rapido”) sta per “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication”. Si tratta in buona sostanza di un sistema per permettere transazioni finanziarie tra istituzioni bancarie appartenenti a Paesi differenti.

In concreto si parla di una stringa alfanumerica lunga da 8 a 11 caratteri che permette di identificare in maniera univoca la singola filiale di ogni banca che aderisce al sistema.

Questo codice SWIFT è necessario in tutte le operazioni di trasferimento di denaro attraverso i confini internazionali e assicura ovviamente la tracciabilità dei movimenti di denaro. Lo usano tutti i giorni più di 11 mila banche per un totale di circa 40 milioni di operazioni.

La esclusione da SWIFT è una delle più pesanti sanzioni economiche messe in campo contro la Russia. Escludere un Paese dallo SWIFT ha conseguenze molto serie e pesanti sull’economia, perché implica la estromissione da tutte le transazioni internazionali. La si potrebbe definire come una “atomica finanziaria”, capace di mettere in ginocchio l’economia di che ne è colpito direttamente, ma probabilmente anche di Paesi terzi.

Perché è chiaro che se la Russia non potrà più ricevere pagamenti per le merci che esporta (e al momento pare che la misura non riguarderà il gas), non potrà più nemmeno farne per quelle che importa, con danno per i suoi creditori, che sono anche occidentali e italiani, ovviamente.

Secondo alcuni analisti l’esclusione dal sistema SWIFT potrebbe determinare una svalutazione complessiva del 5/10 per cento.

Quali conseguenze per i Paesi occidentali?

Molti esperti pensano che escludere la Russia da SWIFT sia in realtà un’arma spuntata. È noto infatti che i Paesi occidentali dipendono dalla Russia per la fornitura di molte materie prime, in primis gas e petrolio (che infatti parrebbero esclusi, per il momento, almeno il gas), e non si possono permettere di interrompere i rapporti commerciali con l’ex Unione Sovietica, pena un’impennata dei prezzi dell’energia e di tutti quegli altri prezzi che dipendono da quello, cioè quasi tutti, con conseguente ripartenza dell’inflazione.

Le alternative della Russia

L’esclusione della Russia da SWIFT potrebbe inoltre causare un ulteriore avvicinamento alla Cina. Per il Dragone sarebbe un’ottima occasione per accelerare sul proprio sistema CIPS, che è un sistema rivale di SWIFT, anche se su livelli di transazioni molto più bassi.

Non solo: le aziende russe potrebbero scegliere canali finanziari diversi e concludere le loro transazioni finanziarie con l’Occidente attraverso sistemi diciamo meno limpidi e di sicuro difficilmente tracciabili, per esempio attraverso il ricorso alle criptovalute.

 

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