Chi fra i nostri antenati ha iniziato a parlare? La risposta degli esperti

Chi fra i nostri antenati ha iniziato a parlare? La risposta degli esperti

Chi fra i nostri antenati ha iniziato a parlare? La risposta degli esperti

Sarebbe stato l’Homo Habilis, colui che ha iniziato a spiccicare le prime parole, e capace di organizzarsi in un linguaggio – anche se in forma molto semplice – e a pronunciare i primi suoni, probabilmente le prime sillabe. Sia chiaro che stiamo parlando della generazione ominide, vissuta da circa 2.4 a 1.44 milioni di anni fa. Andiamo a capirci di più

Chi fra i nostri antenati ha iniziato a parlare? La risposta degli esperti

Chi fra i nostri antenati ha iniziato a parlare? La risposta degli esperti

Da rabbrividire se pensiamo alla dimensione del tempo!!

Prima delle sillabe predominavano i gesti e i suoni emessi, non potevano che interagire con i movimenti. Sentiremo parlare in questo caso di onomatopea: fenomeno che si produce quando i suoni di una parola descrivono o suggeriscono acusticamente l’oggetto o l’azione che significano. Esempio semplice?Buum” sta a significare per il bambino che la palla è finita contro il muro.

Possiamo paragonare l’Homo Habilis ad un bambino? Se teniamo conto del processo evolutivo, un bambino ripete a grandi tappe le fasi di sviluppo dell’uomo nei millenni. Tornando a noi dobbiamo sapere che i resti del cranio dell’Homo in questione presentano le impronte lasciate dalle aree preposte al linguaggio articolato: l’area di Broca e l’area di Wernicke. Queste due zone del cervello servono a elaborare e a comprendere il linguaggio. Per poter parlare, oltre alle due strutture neurologiche, è necessario avere anche la laringe posizionata in basso.

Si ritiene che l’Homo Habilis possedeva già questa caratteristica. Considerazione che possiamo fare, giusto per riflettere e comprendere, quanto sia complesso e difficile spiegare il formarsi del linguaggio. Quasi certamente l’Homo Habilis non era in grado di formulare frasi complesse. Più la vita è articolata più il linguaggio deve evolversi per adattarsi alla situazione. Un rapporto interattivo tra situazioni di vita e linguaggio consente di qualificare rapporti, intuizioni e capacità espressive. Se immaginiamo un uomo solo in un’isola remota dove non arriva mai nessuno, non avendo interazioni con altri esseri della sua stessa specie, finirebbe con l’esprimersi con suoni gutturali e gesti abbinati. Torneremmo così ai primordi dell’umanità.

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