Invecchiamento attivo del cervello: come rallentarne gli effetti? Ecco i nuovi studi

Invecchiamento attivo del cervello: come rallentarne gli effetti? Ecco i nuovi studi

Invecchiamento attivo: come rallentarne gli effetti? Ecco i nuovi studi

I ricercatori recentemente hanno scoperto effetti protettivi derivanti da attività fisiche e sociali sulla salute del cervello negli anziani. Scopriamo tutti i dettagli su cosa fare per prevenire l’invecchiamento attivo nelle righe a seguire!

Invecchiamento attivo del cervello: come rallentarne gli effetti? Ecco i nuovi studi

Invecchiamento attivo del cervello: come rallentarne gli effetti? Ecco i nuovi studi

Alla luce dei dati di uno studio durato 12 anni, i ricercatori si sono concentrati sulla corteccia entorinale, fondamentale per l’apprendimento e la memoria ma vulnerabile all’Alzheimer. È stato scoperto che una maggiore attività fisica e sociale ha rallentato l’assottigliamento della corteccia entorinale e, di conseguenza, il declino della memoria in brevi periodi. Questa ricerca va quindi a rimarcare l’importanza di uno stile di vita attivo volto a preservare la salute del cervello e la funzione cognitiva in età avanzata.

Aspetti principali dello studio

Come riportato dal team di ricerca dell’Università di Zurigo, Le attività fisiche e sociali rallentano l’assottigliamento della corteccia entorinale, una regione del cervello chiave per la memoria.
Lo studio collega gli stili di vita attivi con un ridotto declino della memoria negli anziani.
Elevate prestazioni della memoria iniziale sono correlate a un declino cognitivo più lento, supportando il concetto di “riserva cognitiva”.
L’esercizio fisico è associato a una serie di aspetti positivi per la salute. Numerosi studi hanno dimostrato che l’attività fisica regolare ha un effetto preventivo sulle malattie cardiovascolari ma anche sul diabete, sull’ipertensione e sull’obesità.

Ma in che modo le varie attività del tempo libero – fisiche, sociali e cognitive – influiscono sulla salute del cervello in età avanzata?

Un team di ricercatori del Programma di ricerca prioritario Dynamics of Healthy Aging e del Centro per la longevità sana dell’Università di Zurigo (UZH) ha deciso di indagare su questa questione.

A tal fine, hanno esaminato i dati di uno studio completo sullo sviluppo e il comportamento del cervello in età avanzata. Lo studio, avviato 12 anni fa da Lutz Jäncke – nel frattempo professore emerito all’UZH – continua a supervisionare il progetto insieme alla co-responsabile Susan Mérillat.

Lo scopo della presente ricerca era di indagare le relazioni tra lo spessore della corteccia entorinale, le prestazioni della memoria e le attività ricreative in adulti cognitivamente sani di età superiore ai 65 anni, per un periodo di sette anni.

L’esercizio fisico e l’attività sociale rallentano la neurodegenerazione

La corteccia entorinale, spessa circa 3,5 millimetri, fa parte della corteccia cerebrale nella parte interna del lobo temporale e svolge un ruolo di assoluto rilievo nell’apprendimento e nella memoria. È anche una delle regioni del cervello che viene colpita nelle prime fasi dello sviluppo della malattia di Alzheimer.

“I nostri risultati mostrano che nelle persone che erano più attive fisicamente e socialmente all’inizio dello studio, lo spessore della corteccia entorinale è diminuito meno nel corso dei sette anni”

afferma il neuropsicologo Jäncke.

I ricercatori hanno scoperto inoltre che lo spessore della corteccia entorinale è strettamente legato alle prestazioni della memoria. Quanto meno diminuiva lo spessore di questa struttura cerebrale nel corso dello studio, tanto meno diminuivano le prestazioni della memoria.

“L’esercizio fisico e una vita sociale attiva con amici e familiari sono quindi importanti per la salute del cervello e possono prevenire la neurodegenerazione in età avanzata”

sostiene Jäncke.

Il cervello può essere allenato come un muscolo

È stato inoltre dimostrato che prestazioni di memoria più elevate all’inizio dello studio erano associate a un calo inferiore delle prestazioni di memoria nel corso dello studio.

“Questi risultati supportano l’idea che abbiamo una ‘riserva cognitiva’ e che il cervello può essere allenato per tutta la vita come un muscolo per contrastare il declino legato all’età.”

afferma Isabel Hotz, uno dei primi due autori insieme a Pascal Deschwanden.

Per concludere, è fortemente consigliato – in base a questi studi chiaramente – di rimanere fisicamente, mentalmente e socialmente attivi per tutta la vita, anche in età avanzata.

Fortunatamente in Svizzera molti anziani sembrano già vivere secondo questo credo: secondo l’indagine svizzera sulla salute condotta dall’Ufficio federale di statistica nel 2022, circa tre quarti delle persone sopra i 65 anni svolgono nella vita quotidiana la quantità di esercizio fisico raccomandata .