Il tuo telefono ti spia? Garante della Privacy avvia indagine

Il tuo telefono ti spia? Garante della Privacy avvia indagine

Il tuo telefono ti spia? Garante della Privacy avvia indagine

Un argomento che desta particolare attenzione negli ultimi periodi è proprio il fatto che gli smartphone si siano evoluti così tanto da avere attività “in background” come quella di essere in grado di carpire informazioni da sfruttare ai fini commerciali. Casi clamorosi hanno attivato la campanella d’allarme, come quelli del riconoscimento facciale ai fini di marketing, o della compravendita di informazioni degli utenti fra siti di e-commerce e siti di social network.

Il tuo telefono ti spia? Garante della Privacy avvia indagine

 

Il tuo telefono ti spia? Garante della Privacy avvia indagine

Altro esempio di cui l’utenza di smartphone si è accorta è il fatto che, quando si naviga sul web o su di un sito di e-commerce alla ricerca di un articolo per fare un acquisto, come per magia, successivamente, durante la navigazione sui social network ci ritroviamo pubblicità inerenti a ciò che era l’oggetto della nostra ricerca. Quindi le recenti tecnologie introdotte nei nostri dispositivi hanno la capacità di captare in maniera intelligente i nostri interessi e “metterli sul mercato“, affinché gli interessati abbiano pubblicità mirata ed efficace per i loro prodotti.

Di fatti, ciò che ha allertato il Garante della Privacy sembra essere proprio la possibile capacità degli smartphone di ascoltare e captare informazioni del proprietario di questi ultimi ai fini commerciali.

Non solo smartphone

Ebbene si, proprio nel merito delle apparecchiature soprannominate “assistenti vocali” potrebbe manifestarli il medesimo problema. Non solo gli smartphone potrebbero essere in ascolto di ciò che diciamo, ma anche gli assistenti vocali che oramai stanno prendendo piede sempre più nelle nostre case, e che si possono utilizzare per gestire altri elettrodomestici ed applicativi “smart” in casa. Il meccanismo con cui opererebbero si basa su una sorta di “standby”, uno stato di dormiveglia necessario per attivarsi col comando vocale del proprietario. In questo lasso di tempo, l’accessorio sarebbe comunque in ascolto avendo la possibilità di carpire informazioni di interesse sempre ai fini commerciali. Proprio il Garante della Privacy lo scorso marzo ha introdotto una scheda informativa nella quale si sensibilizza l’utente ai rischi in merito agli smart assistants ed alla loro capacità di raccogliere dati quali geolocalizzazioni, abitudini ed interessi, e quindi assolutamente consigliabile evitare la pronuncia di dati molto sensibili quali informazioni finanziarie e password di accesso a siti di internet banking.

L’istruttoria in corso

L’istruttoria più recente in atto dal Garante della Privacy, in collaborazione col corpo anti-frode della Guardia di Finanza è quella di esaminare le app più famose e utilizzate degli app store per controllare la trasparenza degli utilizzi che ne fanno del microfono dello smartphone quando vengono accordati i permessi da parte dell’utente ad utilizzarlo. Questa azione si affianca ad un altra iniziativa intitolata “Informazioni Chiare“, che incentiverà l’utilizzo di icone chiare per semplificare la fruizione delle informative ex art. 13 e 14 del regolamento UE 2016/679.

Un po di considerazioni finali

Al di la dell’esito dell’istruttoria e dei pareri dell’utenza sulla vicenda dei dispositivi in ascolto, e finché non si farà luce su una possibile percezione di dati da parte degli smart assistants, dovrebbe essere sempre norma di buon senso non divulgare mai dati sensibili o di privacy personale, e magari, quando non utilizzati, spegnere i dispositivi.

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