Un dettaglio fa evitare le multe Autovelox. Quando è applicabile
Ti piacerebbe sapere come farti restituire i soldi di una sanzione applicata a causa di un’Autovelox? Leggi questo articolo perché in alcuni casi c’è la concreta possibilità di vedersi restituiti i soldi della sanzione.
Un dettaglio fa evitare le multe Autovelox. Quando è applicabile
Come vengono gestiti gli autovelox
Partiamo subito con il dire che quando l’apparecchio è gestito dalle forze dell’ordine, il margine di errore è quasi nullo. Diversamente, quando questi lavora “da sola“, il discorso cambia. Le colonnine blu o arancio gestite dalla pubblica amministrazione sono vincolate alla segnaletica e al luogo dove vengono installati.
Per la legge infatti un autovelox non può essere installato in un centro abitato, soprattutto se manca lo spartitraffico centrale. Se dovessi prendere una multa in questo caso è molto probabile, se non addirittura sicuro, che la multa recapitata venga annullata dalla legge. In generale, in assenza di spartitraffico centrale, non è possibile applicare una sanzione da autovelox.
Autovelox e spartitraffico: chiariamo la legge
La legge è piuttosto chiara su questo punto: non è sanzionabile in alcun modo l’automobilista che in qualsiasi circostanza oltrepassi l’altra corsia sprovvista di spartitraffico. Secondo la legge o meglio il Codice della Strada, la contestazione differita dell’infrazione, ovvero quella che viene inviata a casa in un secondo momento, è possibile su strade urbane purché questi presentino determinate caratteristiche.
La definizione normativa di strada a scorrimento (art. 2 c. 3 lett. d) contiene i requisiti strutturali quali banchina pavimentata a destra, marciapiede, apposite aree di sosta, che la strada deve presentare, nella sua interezza o in singoli tratti. In assenza di questi non è possibile sottoporre tali strade a controllo automatizzato.
Se ricevi una multa e la strada in cui è stata rilevata non rispetta i criteri definiti dal Codice Stradale, la contestazione differita è illegittima e la sanzione va annullata.
Corte di Cassazione con la sentenza 4 giugno – 7 maggio 2020, n. 8635 (testo in calce).