Semestre da incorniciare per i BTp Italia. Boccata d’ossigeno per gli obbligazionisti
I BTp stanno risentendo, come tutti gli altri strumenti di investimento, della crisi monetaria che tutto il mondo sta vivendo da questo inizio di 2022. I rendimenti del Buoni sono in negativo rispetto ai mesi precedenti ma, nonostante questo, restano ancora un valido strumento da scegliere per investire. Ma quali sono i buoni migliori da scegliere? Vediamolo insieme.
Semestre da incorniciare per i BTp Italia. Boccata d’ossigeno per gli obbligazionisti
BTp da scegliere per chi vuole investire adesso
Se hai del denaro da parte e vuoi investire in questo inizio 2022 la scelta migliore che puoi fare sono i BTp Italia con scadenza 11 aprile 2024 ovvero i buoni che a breve stanno per staccare la nuova cedola semestrale.
La convenienza di questo titolo è legata al fatto che questo bond viaggia in parallelo al tasso di inflazione rilevato dall’Istat ogni mese con cedola reale fissata all’emissione (nel 2016) allo 0,4% annuo.
Il Ministero del Tesoro ha da poco comunicato che per questo bond gli indici delle cedole e del capitale toccheranno quota 1,03351, grazie a una rivalutazione del 3,551%. Praticamente più della metà dell’indice su base annua.
Quanto guadagneranno gli azionisti
Cerchiamo di capire, anche se in maniera semplicistica, quando possono guadagnare gli azionisti detentori di questi BTp. Nel semestre in oggetto, con gli indici di rivalutazione all’1,03351, il consueto 0,2% sarà applicato su un capitale più elevato, per uno scatto finale dello 0,2071%.
Ipotizziamo quindi di aver investito 1000 nominali. Su questi la cedola fissa lorda sarà di 2,071 euro più un accredito derivato dalla rivalutazione del capitale pari a 35,51 euro. Sommando il tutto, il rendimento lordo arriverà al 3,758%, per un versamento di 37,58 euro. Una boccata d’ossigeno rispetto ai tempi che corrono.
Il tasso di inflazione di marzo, pari a +5,3% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo, viene quindi superato di un punto percentuale circa. Ossia il 7,7% annuo di rendimento che garantisce la copertura del capitale investito dai rischi della flessione del potere d’acquisto.
Nel momento in cui scriviamo i BTp Italia con durata residua di due anni, garantiscono agli investitori lo 0,3%. Rispetto agli standard degli anni scorsi, anche con un differenziale al 2,5% (calcolato sull’inflazione attesa nel prossimo biennio) gli obbligazionisti possono stare tranquilli.