Rischi per investimenti con nuova riforma fiscale? Cosa accadrà a buoni, Btp e bot
La nuova riforma sul Fisco, ha messo alle strette la maggioranza, tanto da creare dei dubbi leciti sulle imposte che vanno a gravare sui BOT,BTP, e sui Buoni Postali. Andiamo a scoprire quello che potrebbe accadere.
Rischi per investimenti con nuova riforma fiscale? Cosa accadrà a buoni, Btp e bot
Il 6 Aprile nella Commissione delle Finanze della Camera c’è stato lo scontro tra il centro destra di governo e tra gli altri gruppi della maggioranza.
Ci sono stati degli attriti molto evidenti, anche nell’atteggiamento fisico e verbale dei deputati, tanto che il Presidente Luigi Marattin ha dovuto sospendere la seduta.
Uno degli argomenti sui quali si è discusso di più è stato il riordino delle aliquote, e dei redditi finanziari, tra questi quelli che derivano all’investimento dei capitali, anche nel mercato immobiliare che oggi sono pari al 26%.
La lega vuole mostrare ai suoi elettori che le sue motivazioni sono forti, e vuole cercare di applicare uno sgravio fiscale per avvicinarsi a una forma di flat tax.
La lega vuole anche puntare sull’esenzione dell’Imu per le case che sono occupate abusivamente ed inagibili, però è il fisco a dividere il governo e il centro destra.
A marzo c’è stato uno scontro sulla riforma del Catasto che per due volte ha visto salvare il governo per un solo voto, però stavolta a spaccare la maggioranza ci sono tre punti in più.
E ciò riguarda la riformulazione dell’articolo 2 che introduce due aliquote sui redditi da capitale del 15% e del 26%, per poi introdurre un’aliquota unica al 23%.
Il Governo vuole dirigersi verso una semplificazione, e cioè abolendo in parte la proporzionalità dei contributi, stabilendo così in via transitoria due aliquote di tassazione.
Ma per poter arrivare a ciò si dovrebbero prima risolvere delle questioni, e tra queste ci sono le imposte sul capital gain come quello di Bot, Btp e buoni postali che oggi sono al 12,5%.
In discussione c’è anche l’imposizione fiscale sugli immobili e la cedolare secca sugli affitti, che ad oggi ha due aliquote, una al 21% sul canone annuo per i contratti di affitto aventi a oggetto un immobile residenziale e come inquilino una persona fisica.
Invece l’altra aliquota è del 10% e riguarda i contratti a canone concordato, che è stabilito in accordi tra le parti e i comuni.
La lega dice che con il metodo duale si può rischiare in un’aliquota unica, mentre il centrodestra è compatto nella volontà di voler rendere obbligatorio per il governo il rispetto dei pareri espressi dal Parlamento sui decreti attuativi della riforma.