Raccogliere i palchi dei cervi? Ecco perché non dovremmo farlo
È interessante notare le belle corna, chiamate così erroneamente, cadono dalle teste di alci maschi, cervi ogni inverno e ricrescono in estate.
Questi eventi annuali sono innescati da cambiamenti nel corpo del maschio. Come fanno questi membri della famiglia dei cervi a perdere le loro corna? Come ricresce il palco (questo il nome corretto)? Scopriamolo insieme e perchè non dovresti raccoglierlo.
Raccogliere i palchi dei cervi? Ecco perché non dovremmo farlo
Perchè i cervi perdono il palco
Le corna sono ossa fatte di calcio e fosforo. Questi tessuti crescono estremamente velocemente. Sono i prodotti di una nutrizione eccessiva, quindi più nutrienti ottiene un cervo maschio, più grandi possono crescere i suoi palchi. Anche l’età e la genetica influenzano la crescita delle corna.
Le dimensioni del corno di solito iniziano a diminuire con la vecchiaia quando la salute generale dell’animale inizia a deteriorarsi.
Palchi e corna sono termini spesso usati in modo intercambiabile, ma in modo errato. I palchi vengono persi ogni anno, ma le corna rimangono attaccate e continuano a crescere. Questo accade a causa di un calo prolungato del testosterone che termina il loro ciclo vitale.
Diversi mesi dopo l’inverno, gli animali vedono ricrescere i loro palchi, nel periodo che va dalla primavera fino alla fine dell’estate. I palchi iniziano a svilupparsi in aprile e raggiungono il loro pieno sviluppo entro agosto.
Ecco perchè non dovresti raccogliere i palchi dei cervi
A vietare la raccolta dei palchi sono un pò tutti gli stati. Pensa che il Colorado Parks & Wildlife, l’ente americano che si occupa di parchi e fauna selvatica in Colorado, nel 2018 ha emanato una legge che vieta questa raccolta.
Il motivo è semplice. Lo stress degli animali.
Il periodo di caduta dei palchi rappresenta un momento delicato. I cervi arrivano stremati dall’inverno ed entrare nel loro territori per raccogliere i loro palchi significa esporli ad uno stress elevato che potrebbe spingerli persino alla morte per fame.