Cartella esattoriale, i termini per impugnarla: cosa dice la legge?

Cartella esattoriale, i termini per impugnarla: cosa dice la legge?

Cartella esattoriale, i termini per impugnarla: cosa dice la legge?

Quando si vuole impugnare una cartella esattoriale è necessario rispettare i termini di decadenza, come da legge italiana vigente. Allo stesso tempo è necessario agire in fretta, perché una volta che i termini sono scaduti non si potrà più far nulla.

Proviamo a fare chiarezza?

Cartella esattoriale, i termini per impugnarla: cosa dice la legge?

Cartella esattoriale, i termini per impugnarla: cosa dice la legge?

Termini per impugnare una cartella esattoriale

Come anticipato, valutando il contenuto della cartella, i termini di impugnazione cambiano in questo modo:

  • 60 giorni per tasse e imposte
  • 40 giorni per contributi previdenziali INPS
  • 40 giorni per contributi assistenziali INAIL
  • 30 giorni per le multe stradali

I termini di decadenza per l’impugnazione della cartella decorre dal giorno successivo alla consegna dell’atto al contribuente. Se di domenica, viene posticipata al lunedì seguendo lo stesso ragionamento per le feste nazionali da calendario.

Se il destinatario fosse assente quando arriva il postino, il termine decorre nel momento in cui il soggetto ritira la cartella alla posta o casa comunale. È importante che il contribuente non postici l’adempimento in maniera volontaria, per questo motivo è stata stabilita che la notifica non dovrà essere rimandata oltre dieci giorni dall’invio della raccomandata.

Competenza: chi può impugnare la cartella?

Per quanto riguarda i giudici, questi possono essere diversi a seconda del contenuto della cartella e della legge in corso:

  • La Commissione Tributaria per le imposte e le tasse – sanzioni per imposte e tasse
  • Giudice di Pace per sanzioni amministrative e multe stradali, canone acqua
  • Tribunale ordinario per i contributi INPS o INAIL

Nessuna notifica, come cambiano i termini?

Può anche succedere che le notifiche avvengano in modo errato, non pervengano o che l’indirizzo non sia quello corretto. Questo vuol dire che il soggetto interessato saprà della cartella solo alla ricezione della seconda notifica e il procedimento amministrativo.

È un caso particolare e il soggetto interessato deve verificare, con gli Enti competenti, come agire nel miglior modo possibile. L’unico modo è attendere un atto di riscossione successivo e impugnarlo, per mettere sul tavolo le proprie ragioni.

Una attenzione particolare a ciò che dice la legge e a come impugnare una contestazione di questo tipo, al fine di non passare dalla parte del torto.