Buoni fruttiferi scaduti, Poste Italiane condannata a risarcire 5.000 euro
Secondo il gruppo postale, il capitale investito non doveva essere restituito perché reclamato 21 anni dopo la sottoscrizione del contratto. Scopriamo l’accaduto nelle prossime righe.
Buoni fruttiferi scaduti, Poste Italiane condannata a risarcire 5.000 euro
Come riportato dalle testate locali, Poste Italiane SpA avrebbe dovuto consegnare ai clienti un’informativa che riportasse la scadenza contrattuale, la durata e il termine di prescrizione decorso il quale il titolare non avrebbe più potuto far valere il diritto al rimborso. Con tale motivazione il Giudice di Pace di Torino ha condannato il gruppo postale a risarcire 5mila euro di danni a una signora pensionata ultraottantenne e a suo figlio, che si sono visti negare il rimborso del capitale investito in due buoni fruttiferi postali da 2.500 euro l’uno, sottoscritti 22 anni fa.
Buoni fruttiferi postali, un nuovo caso di condanna del gruppo postale
I due detentori dei buoni fruttiferi postali sottoscritti nel 2001 hanno tentato di riscuotere il capitale investito. Il gruppo postale a novembre 2022 ha negato la restituzione della somma sostenendo che il termine prescrizionale (dieci anni) fosse decorso da tanto tempo. Dopo aver tentato di riscuotere i buoni fruttiferi senza alcun successo, i due si sono rivolti ad un legale per richiedere l’assistenza. I due detentori dei titoli fruttiferi hanno spiegato che non erano stati messi al corrente del termine prescrizionale e chiedevano il risarcimento dei danni patrimoniali. Successivamente è partito uno scambio di lettere in cui il gruppo postale ribadiva le ragioni del “no” al rimborso del capitale investito. Poste Italiane SpA ha sottolineato di aver esposto in tutti gli uffici postali delle tabelle con l’indicazione delle condizioni praticate.
Cosa ha deciso il giudice?
Il Giudice di Pace di Torino ha dato ragione ai detentori dei due titoli fruttiferi: un decreto ministeriale in vigore dal 2001 impone a chi emette strumenti di risparmio postale di informare i clienti, riportando condizioni e termini in un “foglio informativo analitico” che deve essere consegnato al momento della sottoscrizione contrattuale. Il “foglio informativo analitico” è un documento che non è stato mai consegnato ai detentori dei buoni fruttiferi postali, che hanno atteso oltre vent’anni per chiedere indietro le somme investite.
Per il Giudice di Pace, la buona fede dei soggetti privati è provata dal fatto che le cedole della serie AA2 emesse riportavano solo il valore nominale, ma non la scadenza e nemmeno l’indicazione della serie, rendendo impossibile recuperare altre informazioni. Il Giudice di Pace ha liquidato una somma pari al capitale investito. Il gruppo postale è obbligato a rimborsare il capitale investito, oltre le spese legali dei due assistiti.