Bisfenolo nel tonno: le analisi del Salvagente su 6 prodotti
Abbiamo spesso l’abitudine di dare per scontato che i prodotti della grande distribuzione siano controllati e certificati per il consumo. Spesso però ci sono sostanze che sfuggono ai controlli, e che possono essere pericolose per la nostra salute, proprio come quella di cui andremo a scrivere oggi: il bisfenolo, che può essere presente in determinati prodotti della filiera produttiva.
Bisfenolo nel tonno: le analisi del Salvagente su 6 prodotti
Il tonno è uno degli alimenti confezionati più comodi e diffusi: proteico e magro, è l’ideale per le insalate della nostra estate, o per fare un panino veloce. Ma quanto bisfenolo può essere presente in una scatoletta di tonno? Per fugare i dubbi in merito ci ha pensato la rivista specializzata Il Salvagente, che si è occupata di condurre delle analisi su 6 campioni di tonno in scatola con l’ausilio dei laboratori Maurizi. Scopriamo com’è andata.
Bisfenolo A: come viene rilasciato negli alimenti
Che siano bottiglie, lattine, contenitori in plastica, imballaggi per alimenti o confezioni di materiale plastico, in determinate situazioni relative alla temperatura è possibile che rilascino nei cibi il bisfenolo. Il bisfenolo (Bpa) è di fatto una sostanza che può risultare pericolosa per l’apparato riproduttivo umano. Già 17 anni addietro furono condotti studi sulla pericolosità di questa sostanza. Nello specifico, la ricerca evidenziò come il bisfenolo A va ad incidere in maniera negativa sulle ghiandole mammarie e prostatiche creando disfunzioni che possono sfociare poi in malattie anche gravi. Il rischio aumenta se pensiamo anche a quanti biberon in plastica vengono riscaldati e adoperati per nutrire i neonati.
Cosa è cambiato dalle prime ricerche su questa sostanza
Il bisfenolo in pratica è un additivo chimico che viene impiegato nella produzione di materiale plastico e per il rivestimento interno di contenitori di latta destinati a contenere bevande ed alimenti di varia natura. Se prendiamo in considerazione le scelte aziendali avvenute dopo le varie ricerche in merito a questa sostanza, molte di esse hanno rinunciato all’utilizzo nella produzione di biberon per neonati; ma appurato ciò, il bisfenolo di certo non è del tutto scomparso da altri impieghi nel settore delle plastiche ad uso alimentare.
Successivamente (parliamo del 2018) le politiche europee che regolamentano il settore hanno imposto una quantità massima di Bpa nell’impiego della produzione di materiale plastico, che consente così di rilasciare negli alimenti al massimo 0,05 mg per kg, come è possibile visionare nel regolamento UE 2018/213.
Le analisi del Salvagente
L’autorevole testata a tutela del consumatore ha messo a confronto 6 tipi diversi di tonno di diversa pezzatura, partendo da quelle di 52 grammi fino alle confezioni da 108 grammi. Il risultato si è compiuto con esito positivo per tutti e 6 i prodotti testati, presentando valori di rilascio del bpa che si attestano al di sotto di quelli imposti dalle direttive europee da noi citate in precedenza.
In conclusione, ciò non significa che questa sostanza sia scomparsa dagli impieghi industriali del settore, ma che, al momento, le quantità consentite da legge vengono rispettate dai produttori. Ci auguriamo venga presa in considerazione la totale abolizione di questa sostanza, magari sostituendola con un’altra che non sia lesiva per la salute.
Fonte: Il Salvagente