Ghosting: il trauma affettivo creato da questo episodio

Ghosting: il trauma affettivo creato da questo episodio

Ghosting: il trauma affettivo creato da questo episodio

Le relazioni sentimentali o di amicizia attualmente terminano con una nuova modalità in rapida diffusione, il Ghosting, cioè l’interruzione di ogni forma di rapporto digitale, via chat, mail, sui social, ma anche fisica, decisa unilateralmente e senza offrire nessuna spiegazione. L’interlocutore diventa un fantasma, scompare togliendo l’amicizia sui social, bloccando i contatti su WhatsApp o non rispondendo a messaggi e chiamate di chiarimento. 

Ghosting: il trauma affettivo creato da questo episodio

Ghosting: il trauma affettivo creato da questo episodio

Perchè il Ghosting interessa la scienza

Il fenomeno attira l’interesse degli psicologi, in quanto chi ne è vittima non capisce le ragioni della sparizione e resta sospeso tra mille domande e supposizioni senza risposta.

Questo atteggiamento esiste da sempre, ma si sta diffondendo sempre più da quando le vite sono appese ai social, in quanto la digitalizzazione di ogni cosa, delle relazioni, delle conversazioni, dei rapporti, ne ha fatto un problema diffuso del quale ognuno può essere vittima ed esecutore.

Ecco chi è il Ghoster

Sabrina Molinaro, ricercatrice Cnr ha fornito un identikit del ghoster tipo, spiegando che chi sparisce del tutto può presentare un disturbo della personalità di tipo narcisistico, per il quale si eleva come il migliore tenendo relazioni con gli altri senza contatto reale ma soltanto via social o chat, ed è così insicuro che quando il rapporto non è più ritenuto interessante o presenta dei problemi, anziché affrontare la situazione, per sfuggire ai proprio sensi di colpa ed alle responsabilità, preferisce sparire. 

Gli studi più recenti confermano che le vittime del fenomeno sono soprattutto le donne, che affidano alla rete la maggior parte delle loro condivisioni, ma mettono in evidenza anche l’elevata diffusione del ghosting nelle relazioni giovanili. Nove ragazzi su dieci usano la rete per chattare e stare sui social e nella smaterializzazione digitale immaginano l’altro come vogliono prima di incontrarlo, aumentando le possibilità di restarne poi delusi. 

Le giovani generazioni, soprattutto la Z, non sono abituate ad avere interconnessioni con la realtà e hanno esperienze molto più rapide di chi è cresciuto nell’analogico. I contatti fisici possono traumatizzarle, perché magari provano il virtual sex, anche spinto, ma non hanno mai dato un bacio. Per loro non esiste nemmeno il concetto dell’attesa dell’altro. 

Ma per l’adulto il discorso è lo stesso, in questo caso a mancare sono la consapevolezza, l’autostima o il coraggio di rifiutare il rapporto con un amico, con la moglie o con il fidanzato. E si opta per la via più facile, basta non rispondere più e la pazienza dell’altro con il tempo si esaurisce.

Cosa prova chi subisce ghosting

A livello di ripercussioni psicologiche, chi subisce ghosting, vive un trauma che può comportare l’insorgere di tristezza, solitudine e stress, soprattutto tra le ragazze, perché ci si sente abbandonati in modo volontario, quasi scartati, dall’altra persona. Nei casi più pesanti, in relazione alla solidità emotiva di una persona, si può arrivare alla depressione e all’ansia, mentre quando in gioco ci sono i ragazzi, gli effetti dipendono molto dal sostegno ricevuto dalla famiglia. 

All’orizzonte si sta ultimamente materializzando un altro fenomeno legato al digitale, il Zombieing, che consiste nel ritornare dopo essere spariti, ovviamente sempre sui social.