Conoscevi questi svantaggi se il reddito va al di sotto dei 30 mila euro?
Guadagni meno di 30mila euro all’anno? Leggi con attenzione questo articolo perchè potresti avere un problema.
Conoscevi questi svantaggi se il reddito va al di sotto dei 30 mila euro?
Il cambio degli scaglioni Irpef
Ne abbiamo parlato ampliamente a BlowingPost, da inizio 2022 per i contribuenti italiani è arrivata una grande novità: il cambio degli scaglioni Irpef. Si è passati da cinque a quattro scaglioni di aliquota.
Oltre a questo sono stati emessi anche nuovi sussidi e unificati alcuni bonus come ad esempio l’Assegno Unico Familiare.
Ma a chi va a vantaggio questa modifica?
A chi spettano i bonus
I contribuenti italiani potranno beneficiare dei bonus a patto che il loro reddito sia compreso tra i 15 e i 28mila euro e che la somma delle detrazioni siano superiori alle imposte lorde pagate rispetto alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2021. Le spese da considerare sono quelle previste dagli articoli 12 e 13 del Tuir: quindi i mutui, interventi di ristrutturazione nelle abitazioni.
Possiamo quindi dire che chi risente maggiormente di questo cambio sono le persone appartenenti al cosiddetto “ceto medio” ovvero coloro che hanno un reddito inferiore ai 30mila euro. Il motivo di questo è la riduzione delle aliquote e l’introduzione dell’assegno unico. Non da meno il Bonus Renzi ovvero i 100 euro che venivano erogati in busta paga. Da gennaio 2022 vengono incassati solo da chi ha redditi inferiori a 15mila euro.
“Da 15 a 28mila, purtroppo, hanno una sorta di verifica della capienza, una clausola di salvaguardia ma solo nel caso in cui ci siano queste spese sostenute.[…] E per milioni dipendenti sotto i 28mila euro di reddito il trattamento integrativo voleva dire una sostanziale differenza di possibilità e capacità di spesa. Vi si faceva affidamento, e ora improvvisamente è stato tolto. Sembra che se hai avuto capacità di spesa e hai fatto investimenti di ristrutturazione, sei più agevolato rispetto ad altri che hanno avuto più difficoltà a fare determinate spese e che però non possono usufruire del trattamento integrativo”.