SPID arrivato al capolinea? Ecco le idee del Governo in merito

SPID arrivato al capolinea? Ecco le idee del Governo in merito

SPID arrivato al capolinea? Ecco le idee del Governo in merito

In questi anni  – anche a causa della pandemia – abbiamo imparato a conoscere più concretamente un metodo innovativo e digitale per entrare in contatto con la pubblica amministrazione e sburocratizzare molte attività che altrimenti avrebbero richiesto lunghe file agli sportelli o negli uffici, stiamo parlando dell’identità digitale Spid.

SPID arrivato al capolinea? Ecco le idee del Governo in merito

SPID arrivato al capolinea? Ecco le idee del Governo in merito

Prima della pandemia in Italia erano solo 6 milioni gli italiani in possesso di questa identità digitale, ma da quando si è resa necessaria proprio per evitare assembramenti negli uffici della pubblica amministrazione, abbiamo visto crescere il numero delle richieste che è passato a 28 milioni nel periodo Covid, per arrivare nell’attuale periodo agli importanti numeri di 33 milioni di identità digitali verificate.

Per il rilascio di tali identità, come sappiamo, ci si avvale dell’ausilio di altre società come Poste Italiane, Aruba o Tim. Dal 2016 ad oggi dunque, da quanto è stato lanciato lo spid sono ben 120 milioni le aziende della pubblica amministrazione che ne hanno fatto proprio l’utilizzo. Con il nuovo governo però, stando alle parole del sottosegretario al consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica, le cose potrebbero cambiare.

Sembra proprio che, come riportato dal Messaggero, il nuovo governo tenda a puntare tutto su un più ampio utilizzo della carta d’identità elettronica come sistema centrale per identificarsi con la pubblica amministrazione. L’idea di spingere questo nuovo metodo è anche legato al fatto di venire incontro alle esigenze di molti anziani, poco avvezzi alla tecnologia e probabilmente in numero considerevole tra quelli che non hanno richiesto il rilascio dello Spid.

Una transizione facile? Forse no

Non sarà però un percorso facile, quello di accantonare l’identità digitale, perché per promuoverla sono stati stanziati numerosi fondi; inoltre, per quel che concerne la CIE, bisogna dire che ad oggi non tutti ne sono ancora in possesso, e che i tempi di rilascio della nuova carta d’identità elettronica a volte possono essere molto lunghi: si va da una settimana, fino a raggiungere i casi più disperati, fino ad un mese di attesa.

Sembra proprio che al momento di concreto non ci sia nulla nei decreti a cui sta lavorando a palazzo Chigi, ma probabilmente sono attesi cambiamenti e risposte in merito alla questione già nei primi tre mesi del 2023. Non sappiamo dunque se il punto di vista dell’onorevole Butti troverà riscontro tra i banchi della propria maggioranza per portare ad un eventuale cambiamento, ma non si esclude nemmeno una categorica esclusione della proposta.