Identità digitale cambia tutto: SPID in scadenza e convergenza con la CIE
Addio allo SPID: mancano due mesi alla scadenza delle convenzioni per la gestione del Sistema Pubblico di Identità Digitale. Cosa cambierà?
Mancano due mesi al termine della proroga dei contratti dell’Agenzia per l’Italia digitale con tutti gli identity provider, i fornitori privati di SPID. La finalità è quella di trovare un accordo con i fornitori di identità digitale (TeamSystem, Sielte, Tim, Poste, Intesa, InfoCert, Aruba, etc.) per continuare a erogare lo Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. La volontà è quella di abbandonare lo SPID, per fare spazio all’Identità Digitale Nazionale. Cosa potrebbe cambiare ad aprile? Scopriamolo.
Identità digitale cambia tutto: SPID in scadenza e convergenza con la CIE
Che fine farà lo SPID?
Ogni giorno utilizziamo il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), un’identità digitale composta da una coppia di credenziali (username e password), strettamente personali. Tuttavia, in assenza di un ulteriore accordo, il 22 aprile 2023 gli utenti potrebbero dire definitivamente addio allo SPID. Il Governo guidato da Giorgia Meloni mira ad introdurre una nuova Identità Digitale Unica Nazionale, gestita dallo Stato.
La finalità è quella di fare convergere lo SPID nella CIE (Carta d’identità elettronica) per dar vita ad un’unica applicazione da utilizzare per l’accesso ai servizi pubblici online. Perché dire addio allo SPID? A spiegarlo è il Sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti, il quale ha sottolineato più volte che essendo gestito da aziende private lo SPID è poco versatile.
Il Presidente di Assocertificatori, Carmine Auletta, ha affermato che:
“Vista la criticità rappresentata dal servizio, siamo disposti ad accettare un’ulteriore proroga di alcuni mesi. A patto però che ci sia la volontà politica di affrontare il problema della sostenibilità economica del sistema. […]”.
In arrivo una nuova Identità Digitale unica?
Lo SPID è il sistema di autenticazione digitale più utilizzato a livello comunitario, per questo l’Esecutivo mira a renderlo nazionale, unico e gestito dallo Stato. Creare una nuova Identità Digitale unica comporterebbe diversi vantaggi, tra cui:
- aumentare la sicurezza degli utenti,
- semplificare la vita digitale dei cittadini;
- rendere più accessibili i servizi digitali;
- tagliare i costi.
L’Esecutivo punta a realizzare una «transizione negoziata» che al termine dell’iter faccia della CIE un vero documento d’identità non dematerializzato, rilasciato dal Ministero dell’Interno ed il solo strumento di accesso ai servizi online della PA.