La prima legge al mondo che abolì la pena di morte? Ecco dove fu emanata
La prima legge al mondo che abolì la pena di morte fu emanata proprio nel nostro belpaese. Trenta novembre: è la giornata di Cities for Life, la grande mobilitazione internazionale a favore dell’abolizione della pena di morte promossa e organizzata dalla romana Comunità di Sant’Egidio. Scopriamo tutto all’interno dell’articolo!
La prima legge al mondo che abolì la pena di morte? Ecco dove fu emanata
La data non è stata scelta a caso. Fu infatti il 30 novembre del 1786 che nel Granducato di Toscana fu promulgata la prima legge che aboliva dai codici la pena di morte. Che poi sia stata ripristinata quattro anni dopo in fondo è solo un dettaglio.
Fu quella una novità senza precedenti voluta dal granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena.
La Rivoluzione francese doveva arrivare solo tre anni dopo ed evidentemente nell’aria c’erano già molti fermenti, dettati dal fervore della nuova cultura illuministica.
Dispotismo illuminato
Per quanto riguarda i monarchi, si parla di “dispotismo illuminato”: sovrani per diritto divino che però cercano di attuare riforme in senso illuministico, anche se per loro l’obiettivo principale era modernizzare e rendere più efficiente la macchina dello Stato.
In questa chiave si distinsero particolarmente Maria Teresa d’Austria, la zarina Caterina II, Federico II di Prussia e naturalmente anche il già citato Pietro Leopoldo, della Casa d’Austria, che governò la Toscana per un venticinquennio (1765-1790).
La Toscana in quell’epoca era ormai molto distante dalle sue glorie rinascimentali (che dal punto di vista politico erano finite con la morte di Lorenzo il Magnifico, nel 1492), ma grazie all’amministrazione dei Lorena fu tra i pochissimi Stati italiani (l’Italia, come poi scrisse Metternich, a quell’epoca era davvero solo un’espressione geografica) ad aprirsi in qualche misura ai venti dell’età dei lumi.
In Toscana Pietro arrivò diciottenne, nel 1765, assumendo la carica di granduca al posto del padre Francesco. Non aveva esperienza di governo, ma cercò subito di rimettere in piedi un regno che all’epoca non se la passava bene.
C’era stato un crollo demografico nelle campagne, la produzione era collassata e la burocrazia era lenta e macchinosa. Per rimediare a queste storture Pietro si mise d’impegno e diede l’avvio a un grande programma di riforme che in breve tempo riuscirono a dare nuova vitalità agli apparati dello Stato.
Il Codice Leopoldino
Long story short, il suo intervento più memorabile e significativo si ebbe nel campo dei diritti civili. Il 30 novembre 1786 Leopoldo emanò la “Riforma della Legislazione Criminale Toscana” o “Codice Leopoldino”, che per la prima volta nella storia aboliva la pena di morte.
Ma non solo, il nuovo Codice aboliva anche la tortura, limitava la carcerazione preventiva, prevedeva la difesa d’ufficio per i poveri e abrogava il delitto di lesa maestà. Tutte riforme ispirate dal capolavoro di Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene”.
Peccato soltanto che l’abolizione della pena di morte sia durata solo quattro anni: la massima pena fu infatti reintrodotta in parte nel 1790 per reprimere tumulti aizzati dalla Chiesa di Roma, sempre in prima fila quando si trattava di perpetuare il medioevo più oscurantista.