Reddito di Cittadinanza: nuovi controlli in arrivo. Ecco chi rischia
INPS ha siglato un accordo volto ad effettuare i controlli con i dati incrociati per indagare l’effettiva liceità del Reddito di Cittadinanza (RdC).
Sono stati numerosi i casi di appropriazione indebita del Reddito di Cittadinanza: si tratta di una vera e propria truffa ai danni delle casse dello Stato italiano. Le conseguenze sono gravi per chi si appropria di somme percepite indebitamente. Il reddito di cittadinanza è soggetto alla presentazione dell’ISEE aggiornato ed in corso di validità.
Per produrre l’ISEE, il CAF deve acquisire la dichiarazione sostitutiva unica, la DSU, un documento autocertificato nel quale sono elencati tutti i redditi mobili, immobili del nucleo familiare. Se sull’autocertificazione sono omessi o alterati alcuni dati si commette un reato ammnistrativo e, in casi gravi, anche di natura penale. Pertanto, è necessario dichiarare sempre dati ed informazioni veritieri e mai mendaci.
Reddito di Cittadinanza: siglato accordo tra INPS e Ministero della Giustizia
Per effettuare i controlli incrociati INPS ha sottoscritto un accordo con il Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria). La finalità dell’intesa è quella di controllare la liceità del diritto al Reddito di Cittadinanza. I controlli mensili consentiranno di evidenziare i casi di illiceità ed evitare l’appropriazione indebita delle somme non spettanti. Non possono percepire il Reddito di Cittadinanza coloro che si trovano in stato di detenzione.
La nota pubblicata dall’INPS precisa:
“Con il nuovo protocollo prosegue l’intensa collaborazione tra Inps, la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati (Dgsia), il Dipartimento per gli Affari di giustizia (Dag) e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, finalizzata al potenziamento delle verifiche sulle prestazioni erogate dall’Istituto. Ancora una volta, la Pubblica Amministrazione lavora in squadra a servizio della collettività e, applicando la tecnologia, migliora la qualità dei propri servizi, sottolinea l’istituto”.
Per effetto della revoca disposta dall’Inps, il percettore è tenuto alla restituzione di quanto percepito senza averne diritto. L’INPS richiede all’interessato la restituzione delle somme percepite indebitamente e il percettore deve versare le somme in unica soluzione o con pagamenti rateali (fino a un massimo di 36 rate, con un importo minimo di 60 euro ciascuna). Il recupero del Reddito di Cittadinanza indebitamente percepito può riguardare un lasso di tempo limitato oppure l’intero periodo di erogazione.
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