Scienza

I benefici di una vita attiva anche per sedentari con un medicinale. Lo studio

I benefici di una vita attiva anche per sedentari con un medicinale. Lo studio

In un futuro non si sa quanto ancora lontano, le lunghe e faticose sedute di allenamento necessarie a conservare la linea e a superare la prova costume potrebbero essere sostituite da una semplice pillola.

La notizia è probabilmente la più attesa da chi ama il divano sopra ogni cosa e detesta l’idea stessa di fare esercizio fisico. La prospettiva in effetti potrebbe essere più vicina grazie a uno studio portato avanti da alcuni ricercatori del Baylor College of Medicine e della Stanford School of Medicine, che hanno pubblicato i loro risultati sulla prestigiosa Nature.

I benefici di una vita attiva anche per sedentari con un medicinale. Lo studio

Il gruppo di ricerca ha utilizzato un modello animale (topi) per valutare gli effetti di una molecola, chiamata Lac-Phe, che si ritiene possa contrastare l’obesità riducendo l’assunzione di cibo e la sensazione di fame.

La sostanza che costituisce Lac-Phe, dicono gli esperti, viene prodotta nel sangue durate l’esercizio fisico e sembra abbia come scopo regolare l’appetito e migliorare il profilo metabolico.

Non tutti sono in grado di fare esercizio fisico, si pensi agli anziani, per cui una pillola che fosse in grado di apportare loro gli stessi benefici di una seduta di allenamento sarebbe davvero una grande notizia e un passo in avanti davvero notevole.

In particolare si ritiene che una tale pillola potrebbe anche contrastare l’osteoporosi, le malattie circolatorie e una serie di altre patologie legate all’età.

I ricercatori hanno fatto analisi complete dei plasma sanguigno dei topi dopo una sessione di esercizio fisico sul tapis roulant. Così facendo, hanno trovato che la molecola Lac-Phe, sintetizzata dal lattato, da cui dipende la sensazione di bruciore nei muscoli, e dalla fenilalanina, un amminoacido, era presente in grandi quantità a seguito dell’attività fisica.

Gli esperti hanno quindi preso dei topolini in cui avevano indotto obesità con un’alimentazione ricca di grassi. È stata loro somministrata una concentrazione elevata di Lac-Phe.

Ebbene, s’è visto che dopo questo trattamento era dimezzata la quantità di cibo assunta dai topi obesi rispetto agli esemplari del gruppo di controllo, cui non era stata somministrata la molecola.

Dopo dieci giorni di questa terapia, si è visto che era migliorata la tolleranza al glucosio e che i topi avevano anche perso peso.

La prossima tappa del gruppo di ricerca sarà approfondire il modo in cui questa molecola può influire sui diversi organi, compreso il cervello. L’obiettivo è arrivare a terapie mirate che possano aiutare le persone affette da obesità.

 

Adriano

Lettore onnivoro e disordinato. Giornalista di cronaca locale e di tutto un po'. Scrivere è come una droga, ma almeno per quello non ti arrestano.

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