La proposta per questi dipendenti: 75.000€ subito sul conto per lasciare entro il 30 settembre
Una proposta assai concreta ma anche molto controversa sta agitando i sonni di alcuni lavoratori italiani.
La scelta è tra ottenere sull’unghia la non banale cifra di 75 mila euro sul conto oppure continuare a svolgere il proprio lavoro. Si tratta di un nodo che i lavoratori di Stellantis (una holding multinazionale olandese che produce autoveicoli) dovranno sciogliere per forza entro il 30 settembre.
La proposta per questi dipendenti: 75.000€ subito sul conto per lasciare entro il 30 settembre
Una scelta estremamente difficile
Coi tempi che corrono avere un posto di lavoro sicuro è di certo come manna dal cielo: che cosa c’è di più prezioso e agognato della stabilità economica?
Eppure anche 75 mila euro subito a disposizione nel conto sono un atout che è dannatamente difficile sottovalutare. Ma come si è arrivati a porre i dipendenti di Stellantis davanti a questo amletico dubbio?
Il problema è che i posti di lavoro disponibili (per lo meno quelli maggiormente qualificati) stanno diminuendo sempre più, per via del “progresso” tecnologico che sta sempre più affidando alle intelligenze artificiali compiti che prima sembravano appannaggio esclusivo degli esseri umani.
Si tratta dell’ennesima rivoluzione del sistema di produzione capitalistico, un cambio di paradigma (la “distruzione creativa” di schumpeteriana memoria) che lascerà per strada delle vittime, come sempre è successo, dall’introduzione dei telai meccanici in qua.
Si tratta di una prospettiva che molti in Italia vorrebbero fosse affrontata con un reddito di base universale.
Come fare questa scelta entro il 30 settembre
Ma in particolare in questo caso sono proprio i dipendenti di Stellantis a essere chiamati a fare questa scelta. Se lasceranno il posto di lavoro entro il 30 settembre, riceveranno 75 mila euro. Se invece continueranno a lavorare presso l’azienda, perderanno il sontuoso bonus ma conserveranno il posto.
Nel caso di Stellantis, in particolare, il busillis sta nell’avvento dell’auto elettrica, che dal punto di vista occupazionale si sta profilando come una vera sciagura. Costruire auto elettriche richiede infatti molta meno manodopera rispetto al costruire macchine col motore a scoppio. Ne consegue che uno dei settori dove la distruzione creativa minaccia di fare più vittime è proprio quello del cosiddetto “automotive”.
Ma è una questione che riguarda tutti
La cosa adesso riguarda i lavoratori del settore automobilistico, ma praticamente nessuno può sentirsi al riparo di questi tempi. È infatti ben possibile che la situazione occupazionale possa diventare molto precaria, se non drammatica, anche in altri settori. Di qui la proposta avanzata da alcuni economisti di un reddito di base universale (pagato come? E da chi?).
Nota a margine. Sarebbe bello sapere che cosa pensano al riguardo i begli ingegni che hanno aperto la crisi di governo anti Draghi in piena estate. C’è da chiedersi se si rendono davvero conto dei problemi che deve affrontare un governo, qualunque governo, di questi tempi.
Chiamateci qualunquisti, ma evidentemente ci dev’essere all’opera qualche altro fattore, per esempio la prospettiva di sistemarsi la pensione con un bel vitalizio da ministro o sottosegretario.