Variante Omicron: ma i vaccini proteggono sì o no?

Variante Omicron: i vaccini proteggono o no?

Chi è già stato inoculato due volte (prima dose e richiamo) col vaccino Pfizer sembrerebbe meno protetto contro la variante Omicron, ma la protezione risalirebbe a livelli accettabili dopo la dose booster (o di rinforzo).

È quanto si legge in un recente comunicato stampa della Pfizer, dunque un attore non esattamente imparziale e/o disinteressato.

Variante Omicron: i vaccini proteggono o no?

Citiamo testualmente: «Studi di laboratorio preliminari dimostrano che tre dosi del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 neutralizzano la variante Omicron (ceppo B.1.1.529), mentre due dosi mostrano titoli di neutralizzazione significativamente ridotti».

E ancora: «I dati indicano che contro la variante Omicron una terza dose del BNT162b2 aumenta il titolo anticorpale neutralizzante di 25 volte rispetto a due dosi: i titoli (anticorpali) dopo la dose booster sono paragonabili a quelli osservati dopo due dosi (del vaccino) contro il virus non mutato, i quali sono associati a un alto grado di protezione…».

Con lo stesso comunicato l’azienda informa anche che nel caso fosse necessario già per marzo del prossimo anno dai laboratori Pfizer potrebbe uscire un nuovo vaccino specifico per la variante sudafricana (che si chiama anche così perché sequenziata per la prima volta in Sudafrica).

Dalla Pfizer, in particolare, affermano che nei soggetti vaccinati con doppia dose del loro vaccino la protezione data dagli anticorpi neutralizzanti sarebbe di 25 volte inferiore contro Omicron, ma sostengono anche che questa riduzione sarebbe sostanzialmente annullata con la dose booster.

Va detto che questi risultati dell’azienda farmaceutica statunitense sembrano essere confermati da almeno altri due studi preliminari sulla risposta vaccinale alla variante, uno tedesco e l’altro sudafricano. Questi due documenti confermerebbero una riduzione della protezione contro Omicron da parte di più di un vaccino.

Alcuni studiosi però non sono del tutto convinti di queste affermazioni, anche perché ricordano che la protezione contro i virus non dipende solo dagli anticorpi, ma anche dalle cellule T, che sembrano proteggere soprattutto dalle forme più serie della malattia e che non paiono risentire particolarmente della variante sudafricana.

L’OMS: “Prudenza”

Sulla questione l’Organizzazione mondiale della sanità invita alla prudenza. Secondo l’Oms, infatti, è prematuro trarre conclusioni da questi primi test di laboratorio, che si sottolinea sono stati condotti su un numero troppo piccolo di soggetti e hanno dato risultati non coerenti, dato che alcuni mostrerebbero riduzioni di quattro volte, mentre altri invece di 40 volte, della risposta anticorpale alla variante.

Insomma, come si dice nella politica americana quando c’è un duello elettorale particolarmente incerto e imprevedibile, “it’s too early to call”, è troppo presto per trarre conclusioni.