Scienza

Vaccino anti-infarto: inizia la sperimentazione sfruttando il metodo mRNA

Vaccino anti-infarto: inizia la sperimentazione sfruttando il metodo mRNA 

È partita una nuova sperimentazione per il vaccino contro l’infarto che andrà ad utilizzare la particolare tecnica che abbiamo potuto osservare anche per i famosi vaccini anti covid-19: mediante l’mRNA messaggero. Scopriamo tutto sll’interno dell’articolo!

Vaccino anti-infarto: inizia la sperimentazione sfruttando il metodo mRNA

Presso il Centro Cardiologico Monzino di Milano stanno testando un farmaco che aiuterebbe a prevenire l’infarto e l’ictus, infatti il Professor Agostoni spiega alla stampa che: “Riporta alla mente la tecnologia sfruttata dai vaccini anti-Covid che, seppure con un meccanismo assai diverso, utilizzano l’mRNA”.

Eugene Braunwald un grande medico e scienziato austriaco lo ha chiamato “vaccino anti-infarto”, e per poter esaminare davvero l’efficienza del Inclisiranl, partirà uno studio multicentrico internazionale definito “Victorion-2P” che andrà ad interessare circa 10 mila individui in tutto il mondo. 

Quindi come funzionerà questa ricerca?

Ce lo spiega il Professor. Piergiuseppe Agostoni, nonché direttore del Dipartimento di cardiologia critica e riabilitativa al Monzino, lui è anche un professore specializzato di Malattie Cardiovascolari in Statale ed è il  principale investigatore dello studio Victorion-2. 

Infatti Il Centro Cardiologico Monzino di Milano ha già reclutato i primi 3 pazienti.

Alla domanda: Questa ricerca potrebbe rappresentare una grande svolta per la battaglia contro le malattie cardiovascolari?

Il Professore risponde così:  “Sappiamo che l’LDL-C, il cosiddetto colesterolo cattivo, gioca un ruolo chiave nello sviluppo e nella progressione delle malattie cardiovascolari e aterosclerotiche e che, abbassando i livelli nel sangue, si ottiene una riduzione della loro incidenza e della mortalità. Oggi abbiamo a disposizione un’ampia gamma di farmaci anticolesterolo, ma Inclirisan è il primo di una nuova generazione di farmaci che, in altri studi clinici, ha dimostrato di poter abbassare del 50% i livelli di colesterolo ‘cattivo’ nel sangue sia nei pazienti con malattia cerebrovascolare sia in quelli con malattia polivascolare. Inoltre, per esempio, esso potrebbe risolvere il grande problema della non aderenza alla terapia”.

E questo cosa vuol dire?

Agostoni continua dicendo che: “Alcuni pazienti, cardiopatici e non, soprattutto quelli più anziani, non iniziano la terapia oppure la interrompono o, ancora, si dimenticano di assumere il farmaco ogni giorno. La non aderenza espone a gravi rischi in termini clinici, quali acutizzazione dei sintomi, progressione della malattia, peggioramento della qualità di vita e aumento della mortalità. Inclirisan, richiedendo due sole somministrazioni all’anno (una ogni sei mesi), eliminerebbe il problema dell’assunzione quotidiana del farmaco e potrebbe costituire una vera e propria svolta da questo punto di vista”.

Infatti è per questo motivo che viene chiamato “vaccino”, e il Professore ci risponde: “Esatto. Va infatti sottolineato che non è fondamentale il valore puntuale del colesterolo “cattivo” in un momento ‘X’ della vita del paziente, ma i valori di LDL ‘spalmati’ nel corso degli anni. Per questo riteniamo il farmaco assai promettente anche se, essendo ancora in fase sperimentale, è d’obbligo la prudenza in attesa dei risultati”.

Ma come funziona questa terapia?

“Inclirisan è un farmaco di precisione: viene iniettato sottocute e va direttamente a un bersaglio specifico senza altri target in diversi punti dell’organismo. Ha una bassa tossicità, è ben tollerato e provoca effetti collaterali meno gravi rispetto alle statine ad alte dosi. Come dicevo, fa parte di una classe di farmaci anticolesterolo di ultima generazione e agisce mediante un meccanismo di ‘silenziamento genico’. Nel dettaglio, esso ‘silenzia’ una sequenza di RNA messaggero a livello della cellula del fegato e, mediante una serie di meccanismi a cascata, produce una riduzione molto importante dei valori di colesterolo. Questo riporta alla mente la tecnologia sfruttata dai vaccini anti-Covid che, seppure con un meccanismo assai diverso, utilizzano l’mRNA”.

La ricerca che riguarda Victorion-2P verrà somministrato due volte all’anno, con uno scrupoloso controllo periodico delle condizioni del paziente.

 

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