Sorpresa pensioni: aumento anticipato! Di quanto dovrebbero aumentare gli assegni

Sorpresa pensioni: aumento anticipato! Di quanto dovrebbero aumentare gli assegni

Il costo della vita continua a crescere, causa inflazione, anche se in verità a giugno sembra che il tasso d’inflazione in Italia sia leggermente calato dall’otto per cento al sette virgola nove (7,9%,).

Si tratta di un dato che non si vedeva così dal 1984. Significa che i prezzi dei prodotti che rientrano nel cosiddetto carrello della spesa stanno correndo, mentre i redditi restano al palo, come al solito. Per cercare di restituire un minimo di fiato al potere di acquisto delle famiglie, il governo interviene ora sulle pensioni, col decreto Aiuti-bis.

Sorpresa pensioni: aumento anticipato! Di quanto dovrebbero aumentare gli assegni

L’inflazione va su, accelera la perdita del potere di acquisto

La rivalutazione degli assegni avviene ogni anno a partire da gennaio sulla base del tasso d’inflazione che si è avuto nell’anno precedente. Per il 2022 era previsto un aumento dell’1,7% delle pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (con rivalutazioni gradualmente decrescenti per gli assegni maggiori). Solo che a consuntivo il tasso d’inflazione nel 2021 è stato dell’1,9%.

C’i sarebbe insomma uno zero virgola due da recuperare, ma ovviamente il problema vero è un altro: il problema è che l’inflazione che c’è stata nel 2021 non ha niente a che fare con quella che poi è esplosa nei mesi successivi, causa aumento dei prezzi del gas, ma anche per effetto di probabili manovre speculative.

Stando alle indiscrezioni, il governo starebbe pensando a un aumento delle pensioni legato all’inflazione. I dati ISTAT ci dicono che tra la fine del 2021 e il 30 giugno del 2022 l’inflazione in Italia si è attestata sul 5,37%. Si suppone che gli assegni debbano salire da ottobre a dicembre proprio di quella misura. Il costo lordo del provvedimento, però, si profilerebbe eccessivo: ovvero sui 4 miliardi di euro, che per un bilancio così disastrato come quello italiano non sono noccioline.

Tra l’altro si fa anche sapere che al momento ci sarebbe a disposizione meno di un miliardo. Insomma, la coperta è corta. Questo lascia prevedere una soluzione meno generosa per i pensionati.

Aumento pensioni, una simulazione di rivalutazione

Una ipotesi è di limitare l’aumento delle pensioni solo fino a una certa soglia di reddito.

Tanto per fare un esempio, sappiamo che il bonus di 200 euro è stato concesso a tutti i dipendenti, autonomi e pensionati fino a 35 mila euro di reddito lordo annuo. Si può supporre che questa soglia possa essere ulteriormente abbassata per contenere al minimo l’esborso necessario a sostenere il potere di acquisto dei pensionati.

In ogni caso, per il meccanismo che abbiamo descritto sopra da gennaio ci sarà la rivalutazione piena sulla base dell’inflazione dell’intero 2022. Per via del suddetto meccanismo l’aumento delle pensioni potrebbe sfiorare i 20 miliardi di euro.

Se poi negli ultimi tre mesi di quest’anno ci fosse un adeguamento pieno all’inflazione del primo semestre (senza arretrati per luglio, agosto e settembre), un assegno di mille euro al mese aumenterebbe di 54 euro, cioè di 162 euro nel trimestre.

Un assegno di 2.500 euro al mese, invece, salirebbe di 132 euro, 400 euro lordi in tre mesi. E così via.

Per quanto spiegato sopra, però, è difficile che la rivalutazione possa avvenire in questa misura e per tutti. Più facile che siano adottati dei parametri limitativi per mitigare l’impatto a carico dell’INPS e focalizzare la misura solo a favore degli assegni più modesti