Reddito di Cittadinanza, arrivano le prime sospensioni. Ecco i beneficiari interessati
Reddito di Cittadinanza 2023: spuntano già i primi casi di revoca immediata e sono previsti ulteriori cambiamenti e novità prima della totale abolizione.
Il Governo Meloni ha previsto l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, ma c’è aria di cambiamenti già con l’inizi dell’anno 2023. Infatti, sono già saltati i primi assegni del Reddito di Cittadinanza a seguito della “stretta” prevista dalla Manovra 2023. La finalità dell’Esecutivo di Centro-Destra è chiara: abolire il Reddito di Cittadinanza entro l’anno 2024, ma già a partire dal corrente anno 2023 ci sono novità per i percettori. Recentemente è stato siglato un accordo tra INPS e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per effettuare i controlli con i dati incrociati per indagare l’effettiva liceità del Reddito di Cittadinanza (RdC).
A seguito dei controlli effettuati diversi percettori del Reddito di Cittadinanza hanno perso il diritto di percepire la misura di sostegno economico. Prima di erogare il Reddito di Cittadinanza, INPS procede a verificare con cadenza mensile il possesso dei requisiti necessari per vedersi erogato il RdC. Pertanto, scatterà la revoca immediata da parte dell’INPS nel caso in cui il soggetto istante non ne avesse i diritti.
Il Reddito di Cittadinanza può essere revocato nei seguenti casi:
La misura di sostegno economico non è stata abolita, ma ha subito cambiamenti: già a partire dall’anno 2023 il Reddito di Cittadinanza sarà erogato per sette mesi. Anche per quanto concerne la proposta lavorativa presentata, essa potrà essere non compatibile con le proprie skills. Per avere il reddito di cittadinanza un giovane under 29 che non sia in possesso di diploma dovrà tornare a completare l’iter formativo. Inoltre, potrà seguire corsi di formazione funzionali all’adempimento dell’obbligo scolastico.
I cambiamenti apportati al reddito di Cittadinanza destano molta preoccupazione: sono i residenti del Sud Italia ad allarmarsi. Proprio nel Meridione e nell’Italia insulare mancano le offerte di lavoro. Molti percettori residenti in Calabria, Basilicata ed in Campania hanno ricevuto offerte di lavoro dal Settentrione.
Lo stesso sottosegretario al Lavoro Durigon sottolinea che:
«Una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli».
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