Queste bacche sono un antinfiammatorio naturale e accelerano il metabolismo
Il pepe nero è un arbusto rampicante con foglie ovali e piccoli fiori che crescono su lunghe spighe. Ogni spiga può contenere fino ad una quarantina di frutti, piccole bacche verdi che quando maturano diventano di colore rosso-bruno. Ognuno di questi frutti a sua volta contiene un seme, che poi è il classico grano di pepe che conosciamo tutti quanti.
I medici ellenici Dioscoride e Galeno attribuivano al pepe svariate proprietà: secondo loro era diuretico, stimolante dell’appetito, digestivo, analgesico.
Il popolino gli attribuiva anche proprietà afrodisiache, come ci rammenta Ovidio, che a questo scopo consigliava di mischiare il pepe con l’ortica.
Il principio attivo del pepe è la piperina, un alcaloide che al pepe conferisce il suo particolarissimo sapore.
Il pepe nero giova alla digestione e al metabolismo, favorisce inoltre l’assorbimento del selenio, delle vitamine del gruppo B e anche del carotene.
Si ritiene anche che prevenga la flatulenza, stimoli la produzione di endorfine fungendo da antidepressivo naturale, contribuisca a prevenire Alzheimer e demenza, contrasti gli effetti nocivi dei radicali liberi.
E non è finita qui, perché gli si attribuiscono anche qualità di espettorante, antibiotico, antinfiammatorio e dimagrante.
La piperina avrebbe proprietà termogeniche e stimolerebbe il metabolismo basale favorendo l’ossidazione dei grassi.
Ma promuove anche la secrezione della saliva e dei succhi gastrici, stimolando pertanto il processo digestivo già a partire dai primi morsi. È chiaro che una buona digestione è una delle condizioni essenziali per godere di buona salute.
Questo alcaloide naturale facilita anche il transito intestinale, prevenendo la stipsi e facilitando l’assorbimento di alcuni importantissimi nutrienti.
Per ovvi motivi se ne sconsiglia l’uso in quanti soffrono di ulcera, gastrite o altre patologie gastro-intestinali.
Si ritiene inoltre che possa favorire il permanere in circolo di alcuni medicinali, sicché se si è in terapia per malattie croniche è bene sentire il proprio medico e chiedergli se per caso non è meglio rinunciare al pepe.
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