Pensioni

Quando andranno in pensione i nati nel 1964?

Quando andranno in pensione i nati nel 1964?

Prima che venga implementata una vera e propria riforma previdenziale, scopriamo quali sono gli scenari per le pensioni dei nati nel 1964.

Tra carenze di coperture finanziarie e vincoli di bilancio, la prossima Legge di Bilancio non dovrebbe contenere alcuna riforma strutturale sulle pensioni, ma una proroga delle misure già attive. Una vera e propria riforma strutturale sulle pensioni si potrà avere a partire dall’anno 2025. In questa situazione di stallo, il sistema pensionistico resterà ancorato alla riforma Fornero, con qualche accorgimento. Prendiamo come esempio un lavoratore dipendente nato nel 1964 e che compia 60 anni nel 2024. Quando può andare in pensione questo lavoratore? Facciamo chiarezza.

Quando andranno in pensione i nati nel 1964?

Quando potranno andare in pensione coloro che sono nati nel 1964 e compiranno 60 anni nel 2024? Quali sono le misure a cui possono accedere? Oltre alla variabile anagrafica, è necessario considerare anche il montante contributivo. Ipotizziamo che il lavoratore abbia versato 37 anni di contributi previdenziali, quali sono le misure a cui può accedere? Sugli assegni pensionistici non ci sono certezze per chi è nato nel 1962, che potrebbe andare in pensione con la Quota 103. La misura pensionistica non è stata confermata ufficialmente.

Anche per chi è nato nel 1964 non c’è alcuna certezza di andare in pensione con Quota 103. Le uniche misure a cui si può accedere sono la pensione anticipata e la pensione di vecchiaia ordinaria. Per quelli nati nel 1964 la pensione di vecchiaia dovrebbe arrivare nel 2031, anno di compimento dei 67 anni d’età. Molto probabilmente potrebbero occorrere 67 anni e sei mesi per accedere alla pensione di vecchiaia.

Quali sono gli scenari per gli assegni previdenziali futuri?

Le pensioni anticipate sono le misure distaccate dalle variabili anagrafiche che spettano a tutti coloro che arrivano a perfezionare 42 anni e dieci mesi di contributi previdenziali (per gli uomini) e 41 anni e dieci mesi di contributi (per le donne). Si tratta di requisiti congelati fino al 2026.

Chi ha un montante contributivo pari a 37 anni potrebbe puntare alla pensione nel 2028 o nel 2029, ma deve continuare a lavorare per passare dai 37 anni di contributi previdenziali ai 42 anni e dieci mesi che occorrerebbero. L’esecutivo dovrebbe revisionare la riforma delle pensioni entro la fine della legislatura.

 

 

 

Jacqueline

Redattrice, sezione Finanza, Tasse, Economia Laureata in Economia Aziendale e Strategia, Management e Controllo con 110 e Lode presso l'Università di Pisa. Perfezionamento in Management.

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