Scienza

Primo caso italiano di Candida Auris: il fungo resistente ad antimicotici e disinfettanti

Primo caso italiano di Candida Auris: il fungo resistente ad antimicotici e disinfettanti

La Candida Auris è un fungo e un uomo di 70 anni ha fatto scattare le misure di sicurezza, al suo ritorno di un viaggio in Kenya. Grazie a questi approfondimenti e verifiche di quanto a lui accaduto, si possono avere oggi dei dati concreti per quanto riguarda questo fungo e la sua diffusione.

L’uomo ha contratto questo tipo di Candida Auris in Kenya, per poi morire all’Ospedale dell’Angelo di Mestre un mese fa circa. Da quel che si comprende, questo uomo aveva delle patologie pregresse che hanno reso difficile l’individuazione e la cura del fungo.

Il suo decesso, come hanno evidenziato i medici, è quindi conseguente alle complicanze che lo stesso fungo ha scatenato in merito alle patologie già in essere. Questo vuol dire che un fungo di questo tipo possa scatenare qualcosa di inevitabile, soprattutto se ci sono già delle patologie di varia natura in essere.

Credit image: Wikipedia

Primo caso italiano di Candida Auris: il fungo resistente ad antimicotici e disinfettanti

Sintomi della Candida Auris

Ma quali sono i sintomi della Candida Auris e come riconoscerli? Non è facile, proprio perché si tratta di sintomi generici che potrebbero essere scambiati per i classici come affaticamento – bruciori vari – febbre e affaticamento. Per questo motivo è doveroso procedere con degli esami specifici che devono includere esami microbiologici. Solo in questo modo si potrà verificare la presenza o meno del fungo e procedere con le cure previste in questo caso.

Questo fungo lievitiforme ha una contagiosità elevata ed è responsabile di mortalità con oscillazione tra il 20% e 70% a seconda di come si presenta il paziente.

Trasmissione e cura

La prevenzione è uno degli scudi che si possono mettere in atto per contrastare la sua trasmissione e diffusione. È un fungo pericoloso che si trasmette per contatto.

L’attenzione è da porre non solo con le superfici ma anche con le persone, in quanto sembra essere molto resistente rispetto ai vari disinfettanti utilizzati e in commercio, persino quelli ospedalieri. Anche il trattamento medicinale risulta essere difficile per questo tipo di fungo, il quale è risultato estremamente resistente agli antimicotici più diffusi così come riportato anche in questa autorevole ricerca. Una attenzione particolare a viaggi in alcune zone non considerate ossequianti delle normative per l’igiene, cercando di prevenire quanto più possibile i contatti.

 

 

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