Economia

Pignoramento della pensione: quali soggetti possono subirlo dall’Agenzia delle Entrate

Pignoramento della pensione: quali soggetti possono subirlo dall’Agenzia delle Entrate

Le gravi difficoltà economiche del periodo che stiamo vivendo hanno reclamato un tempo di deroghe, proroghe e posticipazioni, che dovrebbe essere stato il tempo necessario per rimettersi in carreggiata. Ma prima di tutto bisogna affrontare come priorità quella dell’elargizione delle tasse allo Stato,  nel caso fossimo titolari di un bene immobile o di un attività commerciale.

Pignoramento della pensione: quali soggetti possono subirlo dall’Agenzia delle Entrate

Prima o poi ci ritroveremo davanti al servizio di riscossione dell’Agenzia delle Entrate, e quindi conviene mettere in sesto in tempo la nostra situazione tributaria, per non incorrere in spiacevoli conseguenze, come le diffide e le ingiunzioni. Se non si è provveduto in tempo a mettere in sesto la situazione, si vedranno recapitare a casa le famose cartelle esattoriali, quindi bisogna sempre studiare una strategia per uscire da queste gravi sanzioni. 

Le persone che presentano debiti fiscali o tributari, si imbatteranno nei provvedimenti di esecuzione forzata, che saranno presentati dall’Agenzia delle Entrate, tramite il servizio di Riscossione. E con questo si andrà incontro al fermo amministrativo ( per chi possiede un autovettura), e alle confische dei beni e a vari tipi di pignoramento, il Fisco può anche mettere mano sulla pensione come fonte per il recupero dei crediti da parte dei debitori.

La pensione è un obiettivo facile da attaccare in questi casi, perché è una fonte certa, e così in questo caso viene applicato il pignoramento presso terzi, e così l’Inps farà da tramite tra l’Agenzia delle Entrate e il pensionato debitore trattenendo la tassa dalla liquidazione mensile della pensione, fino al completo rimborso del debito.

Però l’Agenzia delle Entrate non può entrare in possesso dell’intera somma della pensione, la riscossione di essa deve rispettare dei limiti di tollerabilità, da parte del debitore pensionato. E quindi viene decretato un parametro che viene aggiornato ogni anno, chiamato minimo vitale, e cioè la soglia minima dei soldi sufficiente ad una persona per vivere dignitosamente.

Quest’anno l’assegno sociale è stimato alla cifra di 468,10€ e il minimo vitale equivale a 1,5 volte l’assegno sociale (702,15€). L’Inps quindi può solo trattenere una quota pari a ⅕ della pensione e cioè il 20%, se il creditore è l’Ente stesso, mentre se è l’Agenzia delle Entrate il limite si riduce a 1/10. Se la pensione supera la cifra di 2.500€ al mese verrà trattenuto 1/7 come quota, mentre scenderà a ⅕ per i pensionati che ricevono dai 5.000€ a salire.

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